LONGO E' LO CAMMINO, MA GRANDE E' LA META - Brancaleone da Norcia -



giovedì 30 dicembre 2010

TELECOMUNICARE CON DIFFICOLTÀ

Come accidenti è possibile che il mio telefono nuovo nuovo, che è più potente di un 486 (nel 1970 ci controllavano le centralio nucleari con metà della potenza che ha a disposizione) non riesca a gestire le mail con un po’di senso?
Erano partiti bene con il sostituire il loro sistema operativo con uno di piattaforma linux, e poi…
Io ho bisogno di un telefono che mi faccia telefonare e che mi faccia mandare e ricevere mail, ma affidabile! AFFIDABILE! IO HO BISOGNO DI INVIARE E RICEVERE MAIL ALTRIMENTI LEI SI SENTE TRASCURATA E IO MI ARRABBIO. TANTO.
Se nemmeno dei nordeuropei ti puoi più fidare, dove andremo a finire? Magari da adesso anche le Volvo non faranno più mezzo milione di km senza un guasto….. eh, già, la Volvo ora è cinese.
È il mio secondo post di lamentele sul telefono che non va; il terzo lo scrivo a mr. Faccioiotuttiitelefoniofinlandesichesonofighiechevannobenissimo.

L'ANNO DELL'ANNO

Mi è arrivata richiesta di fornire analisi dei rendimenti e dati dell’anno che va a finire. Per ieri.
Clemente il previdente, che sa che queste menate arrivano mentre hai robe urgentissime ed improcrastinabili da fare (leggasi sempre) si era portato avanti.
Ma che post stai facendo? Ecco, che post sto facendo? Quello stupido che a tutti magari viene in mente di fare: un bilancio di quest’anno.
Pensare che parte con un infortunio: periostite tibiale che impone stop totale fino a marzo. A febbraio, a una cena, incontro Lei: due battute e alla risposta alla terza… la sorpresa: le persone, di primo impatto, a una battuta, possono rispondere in quattro modi che mi fanno capire moltissimo di loro: ridere o vaneggiare perché non hanno capito (molti ma fortunatamente non la maggior parte), rispondere la cosa sbagliata (la gran parte delle persone, ed è una delusione), rispondere la cosa giusta, ma quella scontata, quella che ci si aspetta (e questo è già più raro, ma accade e comunque è sintomo di un certo valore cerebrale), e poi rispondere la cosa giusta ma che ti sorprende, quella che ti fa capire la caratura assoluta della persona, una che vale la pena frequentare (livello di rarità: Bersellini nella raccolta Calciatori Panini del 1982, penny blak stampato al contrario). Non saprei ricordare cosa fu, ma ricordo esattamente la sensazione che mi diede. Poi corteggiamento via mail, poi cena a casa della scimmia cecata e di li….solo un crescendo. Mi sono innamorato presto di Lei, mi sono accorto veramente presto che non era una stupidaggine da tener lontana, una di quelle che al primo mi manchi scatta la fuga a passo Ghebre sul 10k.
Poi è venuta quell’immagine: Lei su quei gradini. Mi ci commuovo ogni volta che la rivedo: accappatoio azzurro, tazza del the e ciabatte, li, a prendere il primo sole del mattino mentre io arrivavo con la colazione. Guardava avanti, in alto. Guardava il sole e poi il giardino. Guardava avanti nel tempo in quel momento.
Ci sono altre immagini che… Lei sul ponte della barca; in gara al suo primo trithlon; sul blocco in partenza per la gara ai nazionali; i suoi occhi pieni di lacrime, quella notte quando mi ha raggiunto dopo la crisi di ottobre; la prima volta che è entrata a Redhouse; la prima volta che mi ha detto ti amo (da sobria); quando è tornata dalle vacanze.
Ho comprato la mia prima casa. Sono stato talmente impegnato a far andare tutto liscio che non mi sono reso conto di nulla fin quando la notaia non ha letto la parte “…i sigg venditori ne cedono la piena ed esclusiva proprietà al sig. Red che la acquista…”. Mi sono sorpreso di emozionarmi: ne ho sentiti tanti, ho accompagnato gente, ne ho scritti tanti, ma quando c’è il tuo nome….
Poi i lavori: un mese e mezzo duri, in cui ho trascurato me, il mio lavoro, ma soprattutto Lei, e di questo non me ne posso fare una ragione, ma un mese e mezzo e Redhouse è abitabile. Mancano cose, gli esterni sono … lasciamo perdere, però… sarebbe stato un buon anno per la Maratona: avrei migliorato il personale, stavo andando bene e quello con cui mi sono allenato ha finito bene la gara.
Ho visto i miei genitori scherzare. Ho lavorato ancora con mio padre, cosa che non succedeva da tempo immemore, poi ci siamo persi, tutti e due, ma questa esperienza la porterò con me quando non ci sarà più, più di tante altre.
Il mio amico alpinista è sopravvissuto, senza problemi seri, permanenti. A settembre era in punta a Viso, mi ha detto che aspetta il via libera per sciare e poi mi chiama. Aspetto te.
Alex a Kona: campionato del mondo ironman! Il sogno di una vita.
Voi! Soprattutto qualcuno che sono contento di aver trovato
Ci sono anche cose poco piacevoli: i viaggi ad Aosta a vedere l’alpinista in rianimazione; le crisi tra me e Lei e la paura costante di perderla; l’incidente sulla neve della bionda non vedente e il responso: legamento crociato anteriore destro; le crisi e i litigi con Lei senza sapere se sarebbe tornata… ah, l’ho già detto? Ecco, il vederla andare via sperando che non fosse l’ultima immagine…
Cosa mi posso aspettare da quest’anno che verrà? Se mi vedeste: sono qui in ufficio a scrivere queste castronerie col nodo alla gola sperando che nessuno entri e tuttavia sorrido, perché so esattamente cosa chiedere a quest’anno, e lo sapete anche voi che mi leggete (c’è ancora una via d’uscita per il tuo commento sarcastico eh… so che la troverai…).

giovedì 23 dicembre 2010

BUON NATALE A TUTTI

siate felici, mai per forza, mai per piacere di altri. siate felici e che sia tutta vostra. se ce ne sarà la dividerete con gli altri
Auguri

LETTERINA

Caro Babbo Natale
Ricordo le letterine, quelle che per imbucarle, mamma o papà mi prendevano in braccio e io impostavo. L’aletta era sempre dura, ma mi ricordo ancora quella sensazione.
Mi ricordo assolutamente le mattine di natale con le biciclette sotto l’albero…, il Force Commander col suo cavallo, il Big Jim, quello con le facce di ricambio nella 24 ore, il commodore,  il fustone di Lego, la macchina radiocomandata col turbo, e poi via via… le mie prime Timberland….
Quest’anno, Babbo Natale, mi hai dato la possibilità di passare natale in casa mia.
Non so se sono stato un bambino buono, molto probabilmente no, o meglio non particolarmente buono, ma non crudele. Egoista, egocentrico, ma poi fondamentalmente un bambino come lo sono più o meno tutti.
So che non dovrei, so che ho già anche avuto tanto, e certo che puoi anche prenderti del tempo, ma …
Ricordo che la mamma sosteneva che tu conoscessi a monte i desideri più intensi, i più grandi, ti tutti noi bambini, sapevi. È un tuo potere che ti era concesso per far si che anche i bambini che non sanno scrivere, quelli che non possono scrivere, avessero il loro natale.
Babbo Natale, so che non è un oggetto e so che non dovrei fare questo, ma tu sai perfettamente qual è il mio più grande desiderio. Sai che cosa mi renderebbe il bambino più grande e più fortunato del mondo
Ti prometto che sarò un bimbo, anzi ora un uomo, molto più buono.
Ora devo smettere perché ho un po’di nodo in gola.
Fai il possibile, sai che confido anche in te.
Grazie di esistere.

mercoledì 22 dicembre 2010

SESSO

Feci già un post su quest’argomento, tempo fa, prima di migrare, ma queste cose sono come i jeans: non passano mai di moda.
Mi piace il sesso.
Dichiarazione che tutto sommato può sembrare scontata, ma non lo è.
Non a tutti piace il sesso, ma non sentirete mai nessuno ammetterlo. Anche perché probabilmente nessuno se ne rende conto. Io no. Io mi sono fatto un’idea precisa di quello che mi piace: MI PIACE IL SESSO FATTO BENE.
Il sesso fatto bene:
nel mio caso molto dipende dal partner. Serve sintonia. Serve a poco avere nel letto la statua di Naomi, la versione frigida della Venere di Milo con le braccia, non ti darà mai soddisfazione.
A me piace giocare, mi piace assaporare la mia compagna di giochi. Uso tutti e cinque i sensi: la guardo, tutte le sue movenze, gli sguardi, le sinuosità del corpo. La guardo prima, quando vogliosa e intrigante mi propone e si propone, la guardo durante, vedo tutto di lei, l’evoluzione del piacere, l’impazienza nel volere, vedo gli occhi, il desiderio scritto dentro, vedo le labbra, i denti, l’espressione tutta del suo volto che prima cerca, poi cerca di trattenere e infine libera tutto e poi l’appagamento, e poi ancora, e ancora… la ascolto. Ogni sospiro, ogni gemito, ogni gridolino, ogni sussurro, ogni parola, ogni grido, ogni momento di quiete… mi godo gli odori: l’odore dei suoi capelli, l’odore della sua bocca, l’odore della sua pelle bagnata dalla mia saliva, l’odore del sesso, del suo sesso, il nostro odore. E poi il tatto: la tocco. Ovunque. La stringo forte, sente le mie mani sulla sua pelle, che stringono la sua carne con vigore, i suoi seni, le natiche, la schiena, e poi tutto il suo corpo, la pancia, la testa il viso le cosce, le gambe, i piedi, le mani. Adoro il suo sapore, il sapore della sua pelle che cambia a seconda della parte del corpo, mi piace il sapore di ogni sua parte, di ogni suo lembo di pelle e poi mi piace “Il suo sapore”… dio, quel suo sapore… Mi piace, mi piace sentirla, mi piace ascoltare il suo corpo, percepire da tutta lei quello che in quel momento vuole più di ogni altra cosa al mondo e dargliela, assecondare il suo corpo e ascoltare il suo piacere. Molti uomini credo individuino il piacere dell’amplesso nell’orgasmo finale, per me no. Per me è diverso: io provo piacere in tutto l’atto, dal corteggiamento iniziale, dagli sguardi maliziosi, all’approccio fino a quando si giace stremati, appagati l’uno sull’altra. Ma la cosa che più mi da piacere è il dare piacere. Accorgersi quando Lei è in quel crescendo e accompagnarla fino al culmine, fino in cima al mondo.
Questo non accade con chiunque, questo accade quando da ambedue le parti c’è piacere nel farlo, non ci sono timori, tabù ne’inibizioni o preconcetti: intelligenza, curiosità e voglia di farsi trasportare per un piacere vero che null’altro può dare.
Mi piace fare sesso fatto bene, mi piace farlo così. Capisco chi mi dice che non ha appagamento dal sesso: perché da una delle due parti almeno è meccanica, è prestazione sportiva. Questo va oltre, molto oltre. Ringrazio per due cose: di essere maturato al punto di aver capito questo da qualche anno, in età utile e ad averne goduto e dispensato, e di aver trovato chi ha una filosofia come la mia.

lunedì 20 dicembre 2010

FUFFA









Questa mattina ho scritto un post. Non lo pubblico, come peraltro tanti che ho scritto e che mai hanno visto altro occhio che il mio.
Per cui ora mi tocca la fuffa.
Avete già fatto i regali di natale?
Visto che freddo che fa?
e… riuscite a prendervi via qualche giorno per natale?
C’è ancora: se non ci vediamo più, auguri!
Ma il massimo dei massimi: riusciamo a vederci prima di natale? Così, almeno per farci gli auguri.
Basta come inutile fuffa?

giovedì 16 dicembre 2010

ALLA MEMORIA E AI SUOI SCHERZI

Il cervello umano come si comporta con i ricordi?
Vien da dire che il tempo è come l’azione dell’acqua: man mano tende a smussare gli spigoli e rende i ricordi brutti un po’meno brutti e quelli belli non così belli.
È una fregatura, perché si prede la percezione della realtà. Dopo ogni maratona, a ricordo fresco delle sofferenze provate, dichiaro con ferma convinzione che non mi prenderanno più manco con l’ingaggio, e poi invece… Ironman addirittura. È un esempio, sia ben chiaro, non volevo avventurarmi in paragoni pericolosi.
Ci sono delle cose, degli eventi, delle situazioni invece che, nonostante il ricordo sia proprio meraviglioso per davvero, nella realtà sono meglio ancora: per quanto si cerchi di convincersi ogni volta che è una distorsione della nostra mente, non è vero. È anzi vero il contrario.
Grazie signore grazie graaaaaaazie!
Meno male che la mente è così, meno male, altrimenti con le sole parti malate (parlo nella maniera più assoluta e categorica di me, di Red, di nessun altro; sia chiaro!) si andrebbe al manicomio diretti senza passare dal via (e senza le ventimila).
Sarà perché sono dotato di indomabile spirito empirico che continuo ad iscrivermi a gare di corsa, di triathlon per arrivare uno straccio tutte le volte, oppure perché sono un testardo senza zone della memoria nel cervello?
Conosco la risposta di qualcuno, in ogni caso questo post vuole essere un tributo agli scherzi della memoria, che, tirate le somme mi hanno sempre dato soddisfazioni: senza di loro tante esperienze non le avrei vissute.

mercoledì 15 dicembre 2010

STUPEFACENTE?

Si, assolutamente stupefacente.
Si dice che non bisogna mai perdere la capacità di stupirsi delle”cose della vita”: è un cinismo che porta alla decadenza intellettuale ma soprattutto emotiva.
E infatti io non cesso di stupirmi di alcune cose:
Con Lei è incredibile come riusciamo a scriverci contemporaneamente. Mi spiego: invio una mail e mentre il telefono si connette per inviare quello che ho scritto, arriva un suo messaggio… e questo accade regolarmente: roba che non proprio ogni giorno ma quasi. Ma queste sono cose a cui io do una spiegazione tutta mia e che se per caso decidessi di pubblicare doveri veramente dare addio a quel misero briciolo di credibilità che ancora posso avere, per cui sorvolo.
Non parlo poi del potere che ha nel cambiarmi la giornata: con una battuta, con quattro parole tutto svolta. È facile insinuare che siano “facciamo sesso stasera amore?”, si , anche quelle, ma parlo di altro, parlo di qualcosa che va oltre. Sono sicuro di averne già scritto, non è possibile che non l’abbia fatto, ma è qualcosa che va realmente oltre. Ha un nome, ma non voglio proprio rifondare la Ferrero in quanto a roba da carie.
Poi c’è la parte fisica. Li il caso è diverso: riesce a provocarmi delle, diciamo, tensioni, semplicemente con uno sguardo, con un movimento della testa, con un atteggiamento, figuriamoci poi se ci si mette. Per cui vivo costantemente come da adolescente. Questa è un’altra delle anomalie stupefacenti. E dire che non è che ho più esattamente sedic’anni. Fosse tutto lì… Altro che capriole e avvitamenti, c’è un’intesa sconvolgente: io leggo Lei, Lei legge me, e riesce persino a smettere di pensare, a lasciarsi andare completamente, riesce a perdere il controllo e a essere istintiva fino in fondo. Ed è li la cosa che mi stupisce più di tutte: che li io so, è li che non ho nemmeno bisogno di leggere, è come un ballo tra partner storici dove tutto viene intuito prima ancore che accada e quello che vuole Lei in quel momento è quello che in quel momento piace  e voglio fare io. Ogni volta, ogni volta diverso, ogni volta magnifico
Mi è stato rimproverato di dare in pasto al popolo privatitudini (bel termine vero?) che dovrebbero riguardare noi e basta. Questa volta me ne frego. Questa volta devo dirlo che Lei è speciale e che continuo a stupirmi di quanto è speciale, unica e si, sarà miele miele miele, ma mi frega come la crisi interna in Sudan del mercato favino marocchino.
Io lo urlo forte: sei stupefacente.

martedì 14 dicembre 2010

LA SVIZZERA

È un po’ che ho in “canna” questo post, ma aspettavo il momento di indignazione più appropriato per partorire.
Sono stato “programmato” per dare quello che posso, e normalmente quello che posso è quasi il massimo che riesco a dare ,un po’di tolleranza me la tengo per gli imprevisti: non si sa mai no?
Questo comporta che quando mi chiedono, mi propongono, mi impongono una scadenza, tempi definiti per un obiettivo, se sono in grado di rispettarli dico subito si, altrimenti chiarisco subito che non è possibile, per cui do i tempi attraverso cui ragionevolmente riuscirò a portare a termine.
Orbene, do precisione, rigore, insomma do Svizzera.
Purtroppo molto di frequente ottengo Cuba. Prestazioni date per qualitativamente eccellenti mentre in realtà si rivelano appena sufficienti se non scadenti, per non parlare poi dei tempi!
La cosa che poi è più amaramente comica, è la scusa che viene addotta a giustificare la mancanza, beninteso, sempre che ci si giustifichi.
I più astrusi “rimbalzi” di colpa, delle motivazioni tenute insieme con sputo e filo di cotone.
Eppure ci va talmente poco: “ce la fai? Perché io ne ho bisogno perentoriamente, assolutamente improcrastinabilmente (segna rosso? Gnurant!) per…”; assicurazioni che si, che senza meno, che tanto ci sentiamo ancora… poi le scuse.
Adesso, se io, una volta che ho tutto ti dico che ti pago a 60 e poi comincio a fare le scene patetiche del libretto degli assegni finito, del domani mi arriva un pagamento ecc?
Caspita, io do Svizzera, ma pretendo Svizzera, altrimenti, un’altra volta, mi dici che non riesci e io lo so e non faccio gli incastri giusti o molto più semplicemente vado da chi mi garantisce i tempi e li rispetta.
Una roba che proprio non mi va giù è questa: non ti conosci o mi prendi in giro? In ambedue i casi sei un cretino: nel primo perché non hai più dieci anni e devi imparare, e nel secondo perché non si prende per il culo uno bravo, bello, simpatico, paladino dei deboli e degli oppressi e anche bello dentro come me! O no?!

lunedì 13 dicembre 2010

LAMENTISMI

Appena tornato e già lamentele….
Come gli anziani, uguale.
Sono proprio stanco stanco. Ma è la testa, non tanto il fisico: il fisico le va dietro, ma per quello è sufficiente una dormita e una corsa. Già, la corsa. Nemmeno mi ricordo più come si fa: ho la borsa pronta in macchina dal 1953, il Garmin non so nemmeno più se si accende.
Ora sono rientrato al lavoro e trovo il tavolo coperto di lavoro, urgente, improcrastinabile…
Mi serve una vacanza, ma una vacanza atipica: a casa a fare niente o molto più semplicemente a fare quello che mi va: allenamento e poi… ho bisogno di Lei. Si è persino ammalata a non vedermi ;)
Intanto ristabiliamo le basi: sono tornato, per ora sono vivo e … bell’e finite le basi. Ah, no. Il camino va! Tira un po’troppo e mi consuma più legna dell’incendio della California del 2008, ma funziona.
Bisogna sempre trovare del positivo, ecc ecc…
Intanto l’Ironman si avvicina……….
Ma ditemi di voi

giovedì 2 dicembre 2010

IN GITA

Gruppo vacanze piemonteee.
Questo é l'urlo che mi aspetto di sentire da un momento all'altro.
Si perché ho curiosamente aderito a una "gita sociale". Si va a vedere uno spettacolo che tra l'altro vedo volentieri tutte le volte che replica.
Bene, ho aderito a questa curiosa forma di aggregazione per curiosità sociologica principalmente, e per opportunismo in misura marginale.
Arrivati, presentazioni di rito: "ciao, piacere, ci siamo già visti, che gnocca" insomma, le solite cose.
Salgo sul bus turistico, e subito reminescenze di gite, scolastiche... Che bello: Parigi, poi Roma, ma l'anno di Barcellona...
Partiti, e fino a qui tutto bene, subito il logorroico che parla, parla... É la classica accoppiata di due amici/conoscenti di cui uno racconta improbabili vacanze esotiche, ininterrottanente, mentre l'altro ascolta succube, silenzioso e rassegnato.
Pensare he mi sono persino trovato seduto vicino al mio elettricista.
Mah, a questo punto che fare? Sarebbe bello dirigersi verso i sedili posteriori per limonare duro... Purtroppo sono innamorato, quindi... Niente. Mi godo la costruttiva lezione di eterogeneicità sociologica e penso a sabato.

mercoledì 1 dicembre 2010

DELLA DIFFICOLTÀ DEL FUOCO E DI ALTRI NODI

L'uomo senza il fuoco non si sarebbe evoluto, e chissà quanto tempo avrà vissuto l'umanità prima di una così fondamentale scoperta, per questo probabilmente é così difficile averlo.
All'infinita odissea del mio camino si aggiunge un nuovo fastidioso capitolo.
Dopo aver chiuso l'asilo dei lavoratori, ecco che il Red, senza perdersi d'animo, con la prontezza che lo contraddistingue, si reca nel negozio di camini più grande del mondo e contratta l'acquisto di un bel bifacciale passante. Il mattino seguente si reca in banca, bonifico per il 36percento, fax al venditore, a mezzogiorno il camino é in cantiere (si, perché ora di cantiere si tratta, purtroppo).
I lavoratori crescono e vanno alle elementari: ora i muratori storcono il naso per l'installazione dopo che mi avevano assicurato che non c'erano problemi. É già un po'diverso dal solito, innovativo.
Adesso devo progettare l'installazione e trovare un omino del cartongesso in tempo per ieri.
Quel camino mi DEVE dei numeri da "Rocco all'harem", come minimo.

martedì 30 novembre 2010

MARIO MONICELLI

venerdì 26 novembre 2010

I DENTI DEL LUPO

Una delle amiche che frequentano questi fogli virtuali si appresta ad affrontare un’avventura. Un tempo le avventure erano partire per fare un viaggio “milionario”, o scoprire altri continenti per caso su tre gusci di noce in compagnia di una manica di tagliagole.
Lei no. Lei sta per affrontare un’avventura che affronti da solo in mezzo alla folla,perché prima della partenza, quando non ti senti in forma e i dolorini psicosomatici ti fanno dire “ma si, vada come vada” , perché in partenza, quando preso dall’euforia della gara, dall’eccitazione ti senti di andare via facile a ritmi elevati, devi essere in grado di controllarti, perché devi essere capace a goderti tutto, ogni momento, anche le facce degli spettatori che fanno il tifo, anche di quelli indifferenti, perché nel momento della crisi, perché ci sarà, c’è sempre, sei solo, ci può essere anche Stefano Baldini a tirarti, ma le gambe sono le tue.
Ti invidio perché domenica dovrei essere li anche io, ti invidio perché ognuna di queste “avventure” insegna qualcosa, ti invidio perché proverai quelle sensazioni su quel tappeto, sotto quell’arco con scritto arrivo.
Quando sarai al trenta/trentacinque, quando non ce ne sarà più, quando dopo l’ennesimo noncelafacciopiù ti verrà voglia di camminare, pensa che ti manderò un po’dei miei allenamenti, di quei 5x3000, di quei 25x400, di quei 6x2000 fatti da dolo nella nebbia al buio.
Ogni runner condivide la maratona con chiunque si appresta a combatterla, o forse a conquistarla, o forse nemmeno: solo a viverla.
Tieni duro e vedrai che al lupo servirà la dentiera.
PS : mi porti un souvenir? ;)

mercoledì 24 novembre 2010

PECCATO

Spettabile Marchio Finlandese di Telefonia Mobile:
ho scelto tra i tanti modelli in commercio, un terminale prodotto da Voi. L’ho scelto perché il Vostro marchio è sempre stato simbolo di affidabilità: quasi tutto  quello che cerco da un telefono moderno c’è e funziona. Tutto fino ad oggi.
Decido di acquistare un telefono (per altro pubblicizzato su riviste e tv), appunto, proprio perché mi aspettavo un sistema stabile, moderno, che mi permettesse la gestione del traffico dati e voce. E invece…. Non va.
Avevo già riscontrato una serie di problemi col precedente modello, ma ho sempre imputato il problema al sistema operativo dedicato dell’operatore attraverso cui ho preso il telefono, e si parla di prodotti di alta gamma.
Con questo proprio non ci siamo… le email vengono scaricate non più ad intervalli regolari come prima, ma “appena possibile”… che si traduce letteralmente in “a casaccio”. Il sistema si riavvia di sua sponte, si blocca (inchiodato fermo), o si spegne e non si riaccende più. A una settimana dall’acquisto non mi è stato sostituito nonostante tutte le pellicole di protezione (era evidente fosse nuovo) e lo scontrino. L’appaltatore del servizio assistenza mi ha indicato 10-15gg perché il terminale ritorni dalla sede centrale (Lo manderanno in Finlandia?).
Che i ghiacci si stiano scogliendo e che sia il caldo a provocare il declino della professionalità? Un altro effetto del riscaldamento globale.
Non sono contento: se sapevo passavo alla I-Mela. Quella almeno, se è avvelenata, poi magari una principessa arriva a darmi un bacio..
Pertanto, spettabile Marchio Finlandese di Telefonia Mobile, avete deluso un affezionato cliente che difficilmente tornerà a servirsi dei Vostri prodotti.
Con rammarico
Mr. Red

ERRARE HUMANUM EST, PERSEVERARE AUTEM DIABOLICUM

Come noto perseverare è diabolico, e io lo sono.
Non si tratta di essere masochisti o idioti, no, si tratta soltanto di essere scrupolosi.
La mia filosofia è quella di non lasciare mai nulla di intentato, anche se le probabilità sono infinitamente piccole ci sono e non è detto che poi non si verifichino.
Questo è il mio modo di vedere la vita: io ci provo sempre e vado fino in fondo, e quando mollo è perché reputo non ci sia più nulla da fare, esausto, esaurito, finito, controproducente, bilancio costi/benefici in negativo, o altre situazioni simili.
È per questo che normalmente ottengo sempre quello che dipende da me: mi conosco, conosco le mie risorse, sono perseverante e testardo, ma poi divento concreto.
Insomma, un piccolo passo verso la maturità.
Non voglio che questo sia inteso come un messaggio indirizzato a qualcuno in particolare. Io, la vita, i problemi, le incomprensioni, le guardo in faccia e le affronto di persona: tendo ad assumermi l’onere delle mie scelte senza scrivere direttamente o indirettamente.
Per cui lascerò ancora una volta che l’uomo del camino mi intorti con il fatto che rimanda il tutto per l’ennesima volta, ma poi mi rivolgerò a qualcun altro, inderogabilmente, definitivamente, senza appelli.
Peccato, potevo dagli un lavoro e dei soldi, potevo. Bastava soltanto essere più “adulti” e responsabili e aver ben chiara la propria situazione lavorativa. I bambini al ristorante ordinano tutto perché mangiano con gli occhi, poi però lasciano li perchè non ce la fanno.
L’asilo è chiuso

martedì 23 novembre 2010

MURATORINO

Noo! Recensione su De Amicis? Ma Red! (mani giunte a mo di preghiera che ondeggiano avanti e indietro in segno di biasimo)
No. Non c’entra il libro Cuore, ma sono io. In questo periodo di lavori ferventi mi sono trasformato anche in esecutore materiale delle opere.
Devo ammetterlo: ho aggirato, eluso, infranto, ignorato quasi tutte le norme e leggi sull’edilizia sia locali che nazionali… e che ci vuoi fare: io so come fare. In ogni caso il lavori “in economia” un certi posti non sono previsti: a New Redville non so, ma non importa, io li faccio ugualmente.
Comunque, bando alle ciance: i lavori proseguono (meno celermente di cosa speravo, ma tanto che ci volete fare: con i muratori veri è sempre tutto difficile, non così semplice, non si fa così (e la risposte di solito è che non è la maniera giusta o anche che si è sempre fatto cosà…  sicuramente la ruota non l’ha inventata un muratore). Non è che l’innovazione sia di casa nell’impresa edile…
Morale: tutti i lavori che mi faccio io funzionano e vanno bene senza intoppi, quelli dell’elettricista più o meno anche, l’idraulico mi latita un po’ma ci siamo, i mutori… già menzionati (una mattina per montare i combi per attaccare i sanitari alla parete… e meno male che c’ero io altrimenti aspettavano l’idraulico). Ma la punta di diamante è l’omino del camino.
Il caminista (non so, word me lo segna rosso… mi propone camionista…) non c’è: mi dice che viene domani e domani era l’altro lunedì. Lo chiamo non c’è anima viva al capannone, quando lo trovo mi dice che mi richiama tra dieci minuti e non lo fa… gli va bene che è concorrenziale, ma non vorrei mai avesse dei problemi: il camino deve essere messo.
Appello al nostro amico che salutiamo perché senz’altro ci sta leggendo:  o vieni domani mattina, o sabato notte ti do fuoco al capannone con tutte le carabattole che hai dentro. (ancora velata come intimidazione?)

mercoledì 17 novembre 2010

NERO E BRONZO? Non mi viene la rima …

Fiumi di parole: Jalisse… eh? Che pluralità di cultura musicale: passo da Miles davis live @ Fillmore, ai Jalisse…..
Parentesi chiusa.
Intendevo: fiumi di parole spese per il mio bagno: allora che se ne dica giusto una volta per tutte.
Dunque: il pavimento è in piastrelle nere laccate a spacco 50x50, il rivestimento è in intonaco grezzo con tinta lavabile antiacqua nera (non lucida eh) non ci sono piastrelle sui muri: è tutto intonacato.
Sul fondo del bagno chè la parete di cristallo di 1,80mt. Che chiude il vano doccia senza piatto, completamente rivestito fino ad altezza 2 mt (le tre pareti e il pavimento doccia) in piastrelle 50x50 effetto metallo arrugginito (bronzo trattato ad acido). I lavabi sono dei secchi appoggiati ad un piano spesso circa 6-7 cm, o meglio delle ciotole, la rubinetteria è incassata nel muro, sanitari sospesi, e la faccenda della finestra nella doccia è perché è li e non si può fare altrimenti.
Non pubblicherò foto di nessun tipo, ma chiunque (leggasi qualunque gentil donzelletta) gradisse verificarne il senso estetico, la praticità o qualsivoglia altro pregio/difetto, è benaccetta (previo pagamento del biglietto naturalmente, ma è pleonastico ricordarlo vero?)

martedì 9 novembre 2010

LATITANZA

Robert William Fisher
Alexis Flores
Jason Derek Brown
Usama Bib Laden
Joe Luis Saenz
Victor Manuel Gerena
Glen Stuart Godwin
Semion Moglievich
Eduardo Ravelo
James J. Bulger

I dieci maggiori ricercati dal sito dell’FBI.
La mia modesta latitanza da queste pagine è nulla in confronto.
È un periodo pieno: lavori a Redhouse stanno per cominiare, gli allenamenti si incastrano tra le incombenze della casa e il lavoro in ufficio.
È vero, ho la testa altrove, e il tempo che posso riuscire a dedicare questo spazio tra amici si è ridotto drasticamente.
Mi mancate… mi manca questo spazio, mi mancano le discussioni, mi manca leggere di voi, delle leggerezze e dei guai, e commentare, dissentire, approvare, scherzare…
Non vado via, solo passo un po’più di rado, ma poi torno eh…

martedì 2 novembre 2010

ARMONIA




Pochi conoscono la storia di questo duo, di questa coppia, ma non è di questa strappalacrime vicenda che voglio parlare, piuttosto di intesa, di feeling.
Avete ascoltato il pezzo?
Beh, che ci vuole… è Marvin Gaye… sarebbe uno spettacolo anche un rutto…
Ma intendo dire ascoltato, non sentito. Al di la del testo, al di la della musica.
È uno degli esempi in cui traspare qualcosa di più grande che un’interpretazione, ma molto più grande. Qui c’è l’intesa più estrema. Qui c’è l’armonia. Qui c’è quello che mi sono scoperto cercare. È come un tango, è come Senna che guida, è come il Brasile, è come la pizza, è come un dodici cilindri Ferrari, è la filarmonica di Vienna.
Alla fine mi rendo conto che la parte saggia che alberga dentro di me l’ha sempre saputo. Certo, nota di plauso perché sa, ma, porca miseria, poteva dirmelo prima?
Quando mi sentirete cantare…

venerdì 29 ottobre 2010

TU CHIAMALE, SE VUOI... LAMENTAZIONI


Precipitiamo inesorabilmente verso l’inverno… a sostegno di questa brillante tesi il fatto che non riesco più a nuotare.
Non tanto per colpa mia: in mattone forato da 8 è tale anche se avvolto in una splendida in neoprene giapponese, ma me ne sono fatto una ragione, il problema sono gli altri. I troppi altri. I tantissimi troppi altri.
Triathlon Sprint città di Cuneo, in 10 in corsia. Sono un po’contrariato, ma in gara in vasca lunga, le corsie sono larghe, io nuoto stretto, viro basso basso e me la cavo.
Piscina comunale di Redville, ieri: vasca corta, corsia per il nuoto”veloce”, undici (undici) in acqua più me, di cui una buona parte girare a rana “dilatata” a 1:40/50mt, qualcuno con la tavoletta, altri che facevano dei 50 “tirati a 1’/50mt…
Ora, io resto sempre il solito mattone (per esigenze contingenti questa volta nemmeno fasciato nella muta) ma essere il più veloce della corsia facendo un 2k, quando in una qualunque altra situazione sarei il bradipodiacquaclorata…
Le precedenti premesse per dire che cosa? Che ho nuotato 5 minuti di orologio e sono uscito per la disperazione bruciandomi una pausa pranzo di allenamento.
L’ultima volta che ho litigato in acqua, anzi, la penultima, ero con mia sorella, ho discusso con un tizio che non gradiva essere superato in acqua, ho gentilmente (e non è un eufemismo) suggerito al soggetto che se voleva fare tavoletta, fare rana, fare tecnica, poteva trasferirsi nella corsia accanto, lui mi rispose di andarci io. Disarmante… controbattei facendo notare il cartello sul blocco di partenza “quello la con un grosso 4 sopra, vedi?” con scritto nuoto veloce, e sottolineando in maniera velata che forse il suo ritmo non era esattamente velocissimo… mi chiese se volessi fare una gara. Che je fo? Mi rivolgo all’assistente… ultima speranza… se l’etichetta, il galateo nell’uso degli spazi Sportivi non è proprio del soggetto, che almeno un controllore vigili e “indirizzi” meglio gli utenti. La bambina (si, perché non più di sedici-diciassette anni) mi guarda con i suoi occhioni marroni da cartone animato giapponese, e alle mie osservazioni riguardo il fatto che forse il traffico andrebbe instradato con un po’più di criterio, nemmeno mi risponde. Mi guarda e basta.
Tornando a ieri, l’omino da cui ho preso la chiave dell’armadietto, vedendomi uscire dopo appena 15-20 minuti mi dice: “hai fatto presto!”… sono diventato verde metallizzato. L’ho fatto uno straccio. Si, perché è anche colpa loro, intendo della gestione, se l’anarchia impera e se il “velocista” da 1’30/50 si mette nella corsia del nuoto veloce, se viene permesso questo.
Io non posso mettermi a fare “vasche”, a fare km, con quelli che fanno le ripartenze nella corsia di fianco: sarei io l’intralcio… ma io il senso dell’etichetta ce l’ho, il senso del limite ce l’ho. Nelle gare di corsa, non parto in pole, non corro un 10000 a 3, lo so, ne prendo atto, me ne faccio una ragione e mi metto un po’dietro, ma quando devo schiaccare la “vecchia che regolarmente corre a 5.30 il 10000 e parte accanto ai keniani, mi arrabbio.
Senso dei limiti e educazione, e che cazzo!
Se affogo al largo della Promenade des Anglais, organizzate una volta all’anno una visita a memoria (cogliete occasione per un w.e. in costa a mia imperitura memoria) ma soprattutto saprete a chi imputare la responsabilità.

martedì 26 ottobre 2010

come il pesce.

Periodo di traslochi questo.
Dalla precedente piattaforma a questa, e ci vuole un momento a prendere il giro… E poi di ufficio, questo decisamente più traumatico.

Circa sei mesi fa, la crepa sul culmine della volta a botte del corridoio che percorre tutta la manica dove il mio ufficio sonnecchia di notte e produce pil di giorno, si è fatta vedere in maniera preoccupante.
Chiamati a raccolta tutti gli ingegneri più illustri, gli strutturisti più accreditati e altri vari ciarlatani e il consulto al capezzale dispose che…
“va tutto puntellato, messo in sicurezza; si proceda allo smantellamento e alla messa in sicurezza attraverso consolidamento statico”. Morale: mi sembrava di stare in uno di quei tribunali che si vedono nei servizi di Report, quelli con le pratiche mangiate dai topi e bruttamente esposte alle infiltrazioni… tre mesi così, puntellati che sembrava di stare nella visione malata di un artista contemporaneo che stilizza una foresta artificiale: tronchi di metallici puntelli e tutto quanto centinato. Per tre lunghi mesi a spiegare a tutti quelli che entrano che col sorrisetto ironico domandano “lavoro pericoloso eh”. Tre mesi, naturalmente i più propizi per i lavori, perché per scuffiare un tetto mica a luglio… no! fine ottobre!
Comunque… settimana scorsa prendo le mie quattro carabattole, il computer e quelle quattro cose che sto guardando, e mi accomodo ospitato a “casa” di una collega… mi lavo tutte le mattine in maniera mooolto accurata, mi profumo sobriamente, nuoto a pranzo in maniera da ritardare l'inevitabile olezzo del terzo giorno (si sa, l'ospite...)
Al di la del trasloco, traumatico come chi mi legge ben sa, la condivisione di uno spazio lavorativo, l’invasione da parte di estranei del proprio spazio, l’improvviso sconvolgimento delle routine sedimentate con anni di “uso”, tutte queste cose segnano. Per cui mi accomodo molto piccolo e molto umile, molto educato nel mio angoletto vista muro….
Sono triste perché guardo un muro da una settimana. Voglio tornare a casa, nel mio “study in scarlet”. Voglio maltrattare quelli che mi fanno girare le balle in santa pace, senza dovermi scusare con la collega. voglio poter recuperare i documenti e le leggi che mi servono facendo tre passi, non 50 metri, mettere casco, scarpe antinfortunistiche giubbottino da nonno vigile, attraversare un cantiere e entrare nel mio malinconico ufficio. Si malinconico perché so che anche io manco a lui.
Ma fortunatamente è una questione di 15 giorni, quindi forse per febbraio si torna a casa. Intanto Man in Black (MIB) si fa ritinteggiare l’ufficio… e fuori c.v.d. a momenti nevica.

post brutto

Ieri sera ho scritto. Ho scritto, oltre a una serie di altre cose, due post. Uno è questo. L’altro non troverà mai la luce, ma esiste ed è stato li.
Era, è, un post cattivo, scritto col rancore, pieno di amarezza e di rabbia, ma sincero, dannatamente sincero. Scritto come tutte quelle meraviglie che escono fuori di getto,  che da giù giù (non dalla Calabria vè) vengono fuori come un eruzione esplosiva: Krakatooa est di java.
Questo invece non è un post cattivo, questo è un post di amara delusione. Amara e rassegnata delusione nei miei confronti. È un post velatamente polemico e anche noioso
Non importa se queste righe risulteranno confuse, insensate, sconclusionate o addirittura stupidamente vaneggianti, hanno un senso per me, e tanto basta.
Domani mattina scriverò dei miei traslochi, magari farà ridere, magari sarà scritto male, ma sarà leggero. Sarà “vituccia”. Questo invece è diverso. Questo serve a smaltire la sfuriata, a lenire il dolore delle ferite
Post stupido,
robaccia
ma maledizione sono svuotato. E non solo, svuotato e confuso.
Ora è chiaro cosa volevo dire?
Immaginavo.

venerdì 22 ottobre 2010

Sono su quei gradini. Quei famosi gradini. Questo è quello che vedo (spero che qualcosa si capisca, ma anche se non si capisce... Lo vedo io e tanto basta).
Rhum del Guatemala, 23 anni, il barbiere di siviglia che invade il silenzio intorno a me.
Che freddo, mi siedo sullo zerbino e guardo su...
perfetto. Ma, dannazione (eh come fa Tex Willer?), manca sempre un pezzo...

Ho provato a mandarlo via mail... Vediamo come viene.

LA MERICA

promo post
...
...
...
Mi sembra di stare a Ellis Island: tutto diverso, cerco i miei amici, e so che ci sono, ma...
Le procedure qui sono in po'diverse, e nel nome sono anche riuscito a perdere una Y (che finelmente mi chiamo come voglio)
Come tutti gli emigranti mi aspetto grandi cose da questo grande paese, pieno di opportunità eccetera eccetera. Ringrazio le autorità di questo grande e "libero" parese di avermi accordato asilo eccetera eccetera...
Come il 68:  la coda alla frontiera austriaca in fuga dall'invasione della Cecoslovacchia.
Vabbe': LONGO è LO CAMMINO, quindi sarà meglio dare bando alle ciance e mettersi in marcia che, come mi ha ricordato un po'di tempo fa un ca22one: il piacere non sta nella meta, ma nel viaggio.
Partiamo.