LONGO E' LO CAMMINO, MA GRANDE E' LA META - Brancaleone da Norcia -



venerdì 8 luglio 2011

… SU DISCOVERY CANNEL


COME FUNZIONA sarebbe il titolo.
Ecco mi capita sovente di sentirmi dire che non funziona così. A voi no? A me in continuazione, e la cosa divertente è che siamo sempre noi ad aver sbagliato l’interpretazione.
Mi piacerebbe pubblicare una serie di “fascicoli periodici” per definire le mie istruzioni d’uso, mica tanto per gli altri, ma principalmente per me, perché alla fine aiuta un bel po’avere il polso di quanto uno è squilibrato, e poi, non in ultimo, prendere coscienza per aiutare quelle povere persone che per forza o per amore si vedono costrette a relazionarsi con me.
Che bel proposito! Peccato che come quelle migliaia di altri progetti che vengono iniziati e non arrivano mai nemmeno alla fase embrionale di una proto applicazione, come quelle splendide raccolte in comodi fascicoli settimanali tipo “imparare a degustare i the del mondo” che con la prima uscita regalano li cucchiaino da the della Regina d’Inghilterra e due bustine di preziosissimo e rarissimo the al gusto bastoncino a soli un euro e novantanove.
Per cui, cominciamo.
Lesson one: non funziona così.
Riprendo l’incipit del post proprio perché oggi mi preme particolarmente chiarire il concetto della regola applicata, ovvero, sono uno di quelli che le regole le subisce. “Io sono così”, “con me funziona così”, “col rosso non si passa”, “l’orario è dalle alle”, poi quando mi ci troco io a dover mettere delle regole e a farle rispettare, mi trovo nella condicione di dover affrontare il disappunto, a volte appena celato, a volte nemmeno troppo, se non la rabbia di chi le deve subire. Questo mi indispone. Io ho in animo sensibile, vorrei rendere tutti felici.
Allora? Questi sorrisetti increduli? Scagli al prima pietra (scenica, di quelle di polistirolo come i mobili di balsa dei vecchi western all’italiana fatti di cazzotti e saloon distrutti, che sono sicuro, ma tutelarsi è buona norma) chi ha da obiettare!
Bene,.
Dicevo, ho un animo sensibile e mi faccio intenerire, per cui chiunque bussi alla mia porta ha attenzione, anche fuori orario, anche a scapito di una mia sodomizzazione da parte del “sommo sacerdote nero”.
Detto questo, dove intendo arrivare? I buoni propositi si fanno a inizio anno e ai compleanni ed io sono lontano da ambedue, solo mi piacerebbe avere un po’ più di temperamento in modo da imporre… imporre, non proprio imporre, ma far si che la mia parola conti qualcosa, almeno quando riguarda me.
Misure: da ora in avanti mi propongo fermezza: “con me non funziona così” sarà il nuovo motto.
Fino a domani, come sempre.


lunedì 4 luglio 2011

LE STRISCE

Le lacustri acque d’Orta hanno visto ieri l’eroica partecipazione da parte di una compagnia di personaggi, chi nuotatore, chi un po’meno, alla grandiosa manifestazione natatoria consistente nella traversata del lago medesimo.
Divertente. Mai fatto una cosa del genere. Si, il nuoto in acque “libere” lo conosco per, merito(?) Causa(?) delle gare di triathlon, ma una cosa così non l’avevo mai fatta.
Da non nuotatore puro mi aspettavo una disfatta su tutta la linea, invece non sono poi così deluso. Tutto sommato è andata bene.
Non volevo autoincensarmi però, volevo parlare di questa strana cosa che è della gente che si lega con uno spago una palla gialla alla vita e al via parte per andare da una parte all’altra del lago. È una visione romantica, d’altri tempi di una competizione. Si avvicina molto allo spirito della corsa su strada o della bicicletta: “pronti? Via!” e il primo che arriva là ha vinto. In piscina è diverso: in atmosfera controllata  è diverso che in acque libere.  L adinamica è questa, ma i particolari… ognuno è stato fornito di opportuna boa di segnalazione gialla, per cui, essendo che in lago è più difficile che in mare alzare la testa per avere una direzione, io facevo riferimento a chi era intorno a me, dove più c’era del giallo io mi dirigevo, sempre con la speranza che non fosse il galeone dei pirati coreani che mi portava nel Mar della Cina. Mi sono trovato come al solito un po’ spostato rispetto alla boa di virata, rossa e non gialla, cosa che normalmente si fa per renderla più visibile, pecca dell’organizzazione, forse l’unica insieme al fatto che sarebbe utile dotare gli atleti di chip per  i tempi, la gente ha piacere di avere una classifica, più per curiosità che per reale spirito di competizione.
Strisce pedonali che in acqua diventano boe di segnalazione che tutte insieme fanno una curiosa striscia gialla di prodi temerari nuotatori e quasi strisce a fumetti di una gara promozionale di triathlon fatta sabato.
Prendo la bionda sorella e la accompagno al debutto nella triplice. Che emozione per lei, è una distanza talmente irrisoria che si fa tutta d’un fiato: 425mt+13km+3000mt.
Devo dire mi piaceva vedere la Bionda li, alle prese con la sua malcelata agitazione mentre io curiosavo la zona cambio e gli avversari.
Era una gara che fondamentalmente è organizzata dalla mia squadra come “gara sociale”, che va benissimo per un debutto, una cosa così, per passare il tempo, ma con tanto di controllo antidoping.
Beh, vi risparmio i dettagli, ma tutto questo per dire che il tutto si trasforma in una striscia animata. Io, che causa foratura, perdo un monte di tempo, devo riparare la ruota ma lo faccio con estrema calma, tanto, in 12 km che pretendi? Gara finita. Per cui riparata la ruota, riprendo la via del rientro, poso la bici con calma, cammino in zona cambio, Il presidente organizzatore (non quello operaio) mi chiede “hai forato?” si. un chiodo storto e arrugginito… mi chiede “che fai? Corri?” rispondo “se mi aspettate….”; “vai solo!”. Non me lo faccio ripetere, metto le scarpe e volo in un 3000 a palla di fucile. Risultato? Ultimo a 4 secondi dal penultimo (potevo finire molto bene). La bionda?  la bionda, debuttante, prima delle “femmine dilettanti”.
Ho riso metà del pomeriggio, appena passata la rabbia della foratura, si intende.