“Volete sapere perché scrivo? La vera ragione, la più asciutta, quella proprio inoppugnabile al netto di ogni chiacchiera? Ve la dico: per avere il tempo di dare la risposta giusta.
Il mio problema è che manco di prontezza. Ecco perché detesto i miei pensieri. ...
… la risposta che devo dare mi viene sempre quando torno a casa, precisamente nell’atto di infilare la chiave nella serratura del portone. È allora che mi appare davanti agli occhi, ma proprio come se la vedessi, compatta, essenziale, musicale e d’impeccabile logica, che impedirebbe qualsiasi tentativo di replica. E a quel punto mi mangio i gomiti perché non posso certo alzare il telefono, chiamare la persona che ha vinto il mach dialettico e dirla “hei, a proposito di quella nostra discussione, vorrei aggiungere che…”. Non vale.” (V. Malinconico)
Inoppugnabile, splendida, magnifica descrizione di quello che i francesi, sono bravi questi francesi, chiamano “esprit de l’escalier”, ovvero quella risposta che ti viene quando già stai scendendo le scale per andartene.
Ieri una amica mi ha scritto questo in risposta ad un mio messaggio dove elogiavo il fatto di non averla mai colte o vista in difficoltà, sempre con la risposta giusta, sagace, sottile, intelligente, mai volgare: “fidati, dal vivo succede molto spesso”.
Tutto questo mi ha fatto pensare al mondo del blog: quanto è più facile della vita reale: fai un errore? Tastino per cancellare e l’errore non c’è più. Un commento? Aspetti un momento, anche due, forse tre e vedrai che la risposta “giusta” esce fuori. È il dilatare per quanto vuoi il famoso “conta fino a dieci prima di parlare” che puoi trasformare in cento, in mille, in un caffè al bar, anche in una riunione di lavoro. È una truffa.
La vita vera non è così: devi esserlo. O ci sei o languirai per le scale tutta la vita e senza nemmeno i gomiti.
Questa è una “dote” che non si può millantare.
A me si è accesa la scintilla per la donna di cui mi sarei poi innamorato, perché a una mia domanda, lei mi sorprese. Perché bisogna dire che a una domanda si può rispondere in quattro maniere: una risata di circostanza perché non si è capito, una risposta che non c’entra nulla, fondamentalmente per la stessa ragione, per cui la risposta sbagliata; poi c’è la risposta pertinente, magari anche intelligente, ma scontata, quella che ti aspetti daranno e nella migliore delle ipotesi la daranno, stanne certo. Poi c’è la risposta intelligente, pertinente ma soprattutto inaspettata. Quella che ti coglie piacevolmente di sorpresa Questa è la scintilla che fa accendere la mia benzina. Ognuno di noi ha la propria, per ognuno di noi è diversa perchè ognuno di noi è benzina alla sua maniera, inerte fino a quando non interviene un evento a mutarne lo stato. Per me è quello; è la risposta giusta. Perché è intelligenza, è spirito, è quello che anche tutta la cultura del mondo non ti può dare, è classe.
Ah! E io, perché scrivo? Non so. So che non è uno sfogo, ecco, quello lo so. Ma volete che vi dica? Non mi frega di saperlo. L’unica cosa è che mi diverte.