LONGO E' LO CAMMINO, MA GRANDE E' LA META - Brancaleone da Norcia -



giovedì 30 dicembre 2010

TELECOMUNICARE CON DIFFICOLTÀ

Come accidenti è possibile che il mio telefono nuovo nuovo, che è più potente di un 486 (nel 1970 ci controllavano le centralio nucleari con metà della potenza che ha a disposizione) non riesca a gestire le mail con un po’di senso?
Erano partiti bene con il sostituire il loro sistema operativo con uno di piattaforma linux, e poi…
Io ho bisogno di un telefono che mi faccia telefonare e che mi faccia mandare e ricevere mail, ma affidabile! AFFIDABILE! IO HO BISOGNO DI INVIARE E RICEVERE MAIL ALTRIMENTI LEI SI SENTE TRASCURATA E IO MI ARRABBIO. TANTO.
Se nemmeno dei nordeuropei ti puoi più fidare, dove andremo a finire? Magari da adesso anche le Volvo non faranno più mezzo milione di km senza un guasto….. eh, già, la Volvo ora è cinese.
È il mio secondo post di lamentele sul telefono che non va; il terzo lo scrivo a mr. Faccioiotuttiitelefoniofinlandesichesonofighiechevannobenissimo.

L'ANNO DELL'ANNO

Mi è arrivata richiesta di fornire analisi dei rendimenti e dati dell’anno che va a finire. Per ieri.
Clemente il previdente, che sa che queste menate arrivano mentre hai robe urgentissime ed improcrastinabili da fare (leggasi sempre) si era portato avanti.
Ma che post stai facendo? Ecco, che post sto facendo? Quello stupido che a tutti magari viene in mente di fare: un bilancio di quest’anno.
Pensare che parte con un infortunio: periostite tibiale che impone stop totale fino a marzo. A febbraio, a una cena, incontro Lei: due battute e alla risposta alla terza… la sorpresa: le persone, di primo impatto, a una battuta, possono rispondere in quattro modi che mi fanno capire moltissimo di loro: ridere o vaneggiare perché non hanno capito (molti ma fortunatamente non la maggior parte), rispondere la cosa sbagliata (la gran parte delle persone, ed è una delusione), rispondere la cosa giusta, ma quella scontata, quella che ci si aspetta (e questo è già più raro, ma accade e comunque è sintomo di un certo valore cerebrale), e poi rispondere la cosa giusta ma che ti sorprende, quella che ti fa capire la caratura assoluta della persona, una che vale la pena frequentare (livello di rarità: Bersellini nella raccolta Calciatori Panini del 1982, penny blak stampato al contrario). Non saprei ricordare cosa fu, ma ricordo esattamente la sensazione che mi diede. Poi corteggiamento via mail, poi cena a casa della scimmia cecata e di li….solo un crescendo. Mi sono innamorato presto di Lei, mi sono accorto veramente presto che non era una stupidaggine da tener lontana, una di quelle che al primo mi manchi scatta la fuga a passo Ghebre sul 10k.
Poi è venuta quell’immagine: Lei su quei gradini. Mi ci commuovo ogni volta che la rivedo: accappatoio azzurro, tazza del the e ciabatte, li, a prendere il primo sole del mattino mentre io arrivavo con la colazione. Guardava avanti, in alto. Guardava il sole e poi il giardino. Guardava avanti nel tempo in quel momento.
Ci sono altre immagini che… Lei sul ponte della barca; in gara al suo primo trithlon; sul blocco in partenza per la gara ai nazionali; i suoi occhi pieni di lacrime, quella notte quando mi ha raggiunto dopo la crisi di ottobre; la prima volta che è entrata a Redhouse; la prima volta che mi ha detto ti amo (da sobria); quando è tornata dalle vacanze.
Ho comprato la mia prima casa. Sono stato talmente impegnato a far andare tutto liscio che non mi sono reso conto di nulla fin quando la notaia non ha letto la parte “…i sigg venditori ne cedono la piena ed esclusiva proprietà al sig. Red che la acquista…”. Mi sono sorpreso di emozionarmi: ne ho sentiti tanti, ho accompagnato gente, ne ho scritti tanti, ma quando c’è il tuo nome….
Poi i lavori: un mese e mezzo duri, in cui ho trascurato me, il mio lavoro, ma soprattutto Lei, e di questo non me ne posso fare una ragione, ma un mese e mezzo e Redhouse è abitabile. Mancano cose, gli esterni sono … lasciamo perdere, però… sarebbe stato un buon anno per la Maratona: avrei migliorato il personale, stavo andando bene e quello con cui mi sono allenato ha finito bene la gara.
Ho visto i miei genitori scherzare. Ho lavorato ancora con mio padre, cosa che non succedeva da tempo immemore, poi ci siamo persi, tutti e due, ma questa esperienza la porterò con me quando non ci sarà più, più di tante altre.
Il mio amico alpinista è sopravvissuto, senza problemi seri, permanenti. A settembre era in punta a Viso, mi ha detto che aspetta il via libera per sciare e poi mi chiama. Aspetto te.
Alex a Kona: campionato del mondo ironman! Il sogno di una vita.
Voi! Soprattutto qualcuno che sono contento di aver trovato
Ci sono anche cose poco piacevoli: i viaggi ad Aosta a vedere l’alpinista in rianimazione; le crisi tra me e Lei e la paura costante di perderla; l’incidente sulla neve della bionda non vedente e il responso: legamento crociato anteriore destro; le crisi e i litigi con Lei senza sapere se sarebbe tornata… ah, l’ho già detto? Ecco, il vederla andare via sperando che non fosse l’ultima immagine…
Cosa mi posso aspettare da quest’anno che verrà? Se mi vedeste: sono qui in ufficio a scrivere queste castronerie col nodo alla gola sperando che nessuno entri e tuttavia sorrido, perché so esattamente cosa chiedere a quest’anno, e lo sapete anche voi che mi leggete (c’è ancora una via d’uscita per il tuo commento sarcastico eh… so che la troverai…).

giovedì 23 dicembre 2010

BUON NATALE A TUTTI

siate felici, mai per forza, mai per piacere di altri. siate felici e che sia tutta vostra. se ce ne sarà la dividerete con gli altri
Auguri

LETTERINA

Caro Babbo Natale
Ricordo le letterine, quelle che per imbucarle, mamma o papà mi prendevano in braccio e io impostavo. L’aletta era sempre dura, ma mi ricordo ancora quella sensazione.
Mi ricordo assolutamente le mattine di natale con le biciclette sotto l’albero…, il Force Commander col suo cavallo, il Big Jim, quello con le facce di ricambio nella 24 ore, il commodore,  il fustone di Lego, la macchina radiocomandata col turbo, e poi via via… le mie prime Timberland….
Quest’anno, Babbo Natale, mi hai dato la possibilità di passare natale in casa mia.
Non so se sono stato un bambino buono, molto probabilmente no, o meglio non particolarmente buono, ma non crudele. Egoista, egocentrico, ma poi fondamentalmente un bambino come lo sono più o meno tutti.
So che non dovrei, so che ho già anche avuto tanto, e certo che puoi anche prenderti del tempo, ma …
Ricordo che la mamma sosteneva che tu conoscessi a monte i desideri più intensi, i più grandi, ti tutti noi bambini, sapevi. È un tuo potere che ti era concesso per far si che anche i bambini che non sanno scrivere, quelli che non possono scrivere, avessero il loro natale.
Babbo Natale, so che non è un oggetto e so che non dovrei fare questo, ma tu sai perfettamente qual è il mio più grande desiderio. Sai che cosa mi renderebbe il bambino più grande e più fortunato del mondo
Ti prometto che sarò un bimbo, anzi ora un uomo, molto più buono.
Ora devo smettere perché ho un po’di nodo in gola.
Fai il possibile, sai che confido anche in te.
Grazie di esistere.

mercoledì 22 dicembre 2010

SESSO

Feci già un post su quest’argomento, tempo fa, prima di migrare, ma queste cose sono come i jeans: non passano mai di moda.
Mi piace il sesso.
Dichiarazione che tutto sommato può sembrare scontata, ma non lo è.
Non a tutti piace il sesso, ma non sentirete mai nessuno ammetterlo. Anche perché probabilmente nessuno se ne rende conto. Io no. Io mi sono fatto un’idea precisa di quello che mi piace: MI PIACE IL SESSO FATTO BENE.
Il sesso fatto bene:
nel mio caso molto dipende dal partner. Serve sintonia. Serve a poco avere nel letto la statua di Naomi, la versione frigida della Venere di Milo con le braccia, non ti darà mai soddisfazione.
A me piace giocare, mi piace assaporare la mia compagna di giochi. Uso tutti e cinque i sensi: la guardo, tutte le sue movenze, gli sguardi, le sinuosità del corpo. La guardo prima, quando vogliosa e intrigante mi propone e si propone, la guardo durante, vedo tutto di lei, l’evoluzione del piacere, l’impazienza nel volere, vedo gli occhi, il desiderio scritto dentro, vedo le labbra, i denti, l’espressione tutta del suo volto che prima cerca, poi cerca di trattenere e infine libera tutto e poi l’appagamento, e poi ancora, e ancora… la ascolto. Ogni sospiro, ogni gemito, ogni gridolino, ogni sussurro, ogni parola, ogni grido, ogni momento di quiete… mi godo gli odori: l’odore dei suoi capelli, l’odore della sua bocca, l’odore della sua pelle bagnata dalla mia saliva, l’odore del sesso, del suo sesso, il nostro odore. E poi il tatto: la tocco. Ovunque. La stringo forte, sente le mie mani sulla sua pelle, che stringono la sua carne con vigore, i suoi seni, le natiche, la schiena, e poi tutto il suo corpo, la pancia, la testa il viso le cosce, le gambe, i piedi, le mani. Adoro il suo sapore, il sapore della sua pelle che cambia a seconda della parte del corpo, mi piace il sapore di ogni sua parte, di ogni suo lembo di pelle e poi mi piace “Il suo sapore”… dio, quel suo sapore… Mi piace, mi piace sentirla, mi piace ascoltare il suo corpo, percepire da tutta lei quello che in quel momento vuole più di ogni altra cosa al mondo e dargliela, assecondare il suo corpo e ascoltare il suo piacere. Molti uomini credo individuino il piacere dell’amplesso nell’orgasmo finale, per me no. Per me è diverso: io provo piacere in tutto l’atto, dal corteggiamento iniziale, dagli sguardi maliziosi, all’approccio fino a quando si giace stremati, appagati l’uno sull’altra. Ma la cosa che più mi da piacere è il dare piacere. Accorgersi quando Lei è in quel crescendo e accompagnarla fino al culmine, fino in cima al mondo.
Questo non accade con chiunque, questo accade quando da ambedue le parti c’è piacere nel farlo, non ci sono timori, tabù ne’inibizioni o preconcetti: intelligenza, curiosità e voglia di farsi trasportare per un piacere vero che null’altro può dare.
Mi piace fare sesso fatto bene, mi piace farlo così. Capisco chi mi dice che non ha appagamento dal sesso: perché da una delle due parti almeno è meccanica, è prestazione sportiva. Questo va oltre, molto oltre. Ringrazio per due cose: di essere maturato al punto di aver capito questo da qualche anno, in età utile e ad averne goduto e dispensato, e di aver trovato chi ha una filosofia come la mia.

lunedì 20 dicembre 2010

FUFFA









Questa mattina ho scritto un post. Non lo pubblico, come peraltro tanti che ho scritto e che mai hanno visto altro occhio che il mio.
Per cui ora mi tocca la fuffa.
Avete già fatto i regali di natale?
Visto che freddo che fa?
e… riuscite a prendervi via qualche giorno per natale?
C’è ancora: se non ci vediamo più, auguri!
Ma il massimo dei massimi: riusciamo a vederci prima di natale? Così, almeno per farci gli auguri.
Basta come inutile fuffa?

giovedì 16 dicembre 2010

ALLA MEMORIA E AI SUOI SCHERZI

Il cervello umano come si comporta con i ricordi?
Vien da dire che il tempo è come l’azione dell’acqua: man mano tende a smussare gli spigoli e rende i ricordi brutti un po’meno brutti e quelli belli non così belli.
È una fregatura, perché si prede la percezione della realtà. Dopo ogni maratona, a ricordo fresco delle sofferenze provate, dichiaro con ferma convinzione che non mi prenderanno più manco con l’ingaggio, e poi invece… Ironman addirittura. È un esempio, sia ben chiaro, non volevo avventurarmi in paragoni pericolosi.
Ci sono delle cose, degli eventi, delle situazioni invece che, nonostante il ricordo sia proprio meraviglioso per davvero, nella realtà sono meglio ancora: per quanto si cerchi di convincersi ogni volta che è una distorsione della nostra mente, non è vero. È anzi vero il contrario.
Grazie signore grazie graaaaaaazie!
Meno male che la mente è così, meno male, altrimenti con le sole parti malate (parlo nella maniera più assoluta e categorica di me, di Red, di nessun altro; sia chiaro!) si andrebbe al manicomio diretti senza passare dal via (e senza le ventimila).
Sarà perché sono dotato di indomabile spirito empirico che continuo ad iscrivermi a gare di corsa, di triathlon per arrivare uno straccio tutte le volte, oppure perché sono un testardo senza zone della memoria nel cervello?
Conosco la risposta di qualcuno, in ogni caso questo post vuole essere un tributo agli scherzi della memoria, che, tirate le somme mi hanno sempre dato soddisfazioni: senza di loro tante esperienze non le avrei vissute.

mercoledì 15 dicembre 2010

STUPEFACENTE?

Si, assolutamente stupefacente.
Si dice che non bisogna mai perdere la capacità di stupirsi delle”cose della vita”: è un cinismo che porta alla decadenza intellettuale ma soprattutto emotiva.
E infatti io non cesso di stupirmi di alcune cose:
Con Lei è incredibile come riusciamo a scriverci contemporaneamente. Mi spiego: invio una mail e mentre il telefono si connette per inviare quello che ho scritto, arriva un suo messaggio… e questo accade regolarmente: roba che non proprio ogni giorno ma quasi. Ma queste sono cose a cui io do una spiegazione tutta mia e che se per caso decidessi di pubblicare doveri veramente dare addio a quel misero briciolo di credibilità che ancora posso avere, per cui sorvolo.
Non parlo poi del potere che ha nel cambiarmi la giornata: con una battuta, con quattro parole tutto svolta. È facile insinuare che siano “facciamo sesso stasera amore?”, si , anche quelle, ma parlo di altro, parlo di qualcosa che va oltre. Sono sicuro di averne già scritto, non è possibile che non l’abbia fatto, ma è qualcosa che va realmente oltre. Ha un nome, ma non voglio proprio rifondare la Ferrero in quanto a roba da carie.
Poi c’è la parte fisica. Li il caso è diverso: riesce a provocarmi delle, diciamo, tensioni, semplicemente con uno sguardo, con un movimento della testa, con un atteggiamento, figuriamoci poi se ci si mette. Per cui vivo costantemente come da adolescente. Questa è un’altra delle anomalie stupefacenti. E dire che non è che ho più esattamente sedic’anni. Fosse tutto lì… Altro che capriole e avvitamenti, c’è un’intesa sconvolgente: io leggo Lei, Lei legge me, e riesce persino a smettere di pensare, a lasciarsi andare completamente, riesce a perdere il controllo e a essere istintiva fino in fondo. Ed è li la cosa che mi stupisce più di tutte: che li io so, è li che non ho nemmeno bisogno di leggere, è come un ballo tra partner storici dove tutto viene intuito prima ancore che accada e quello che vuole Lei in quel momento è quello che in quel momento piace  e voglio fare io. Ogni volta, ogni volta diverso, ogni volta magnifico
Mi è stato rimproverato di dare in pasto al popolo privatitudini (bel termine vero?) che dovrebbero riguardare noi e basta. Questa volta me ne frego. Questa volta devo dirlo che Lei è speciale e che continuo a stupirmi di quanto è speciale, unica e si, sarà miele miele miele, ma mi frega come la crisi interna in Sudan del mercato favino marocchino.
Io lo urlo forte: sei stupefacente.

martedì 14 dicembre 2010

LA SVIZZERA

È un po’ che ho in “canna” questo post, ma aspettavo il momento di indignazione più appropriato per partorire.
Sono stato “programmato” per dare quello che posso, e normalmente quello che posso è quasi il massimo che riesco a dare ,un po’di tolleranza me la tengo per gli imprevisti: non si sa mai no?
Questo comporta che quando mi chiedono, mi propongono, mi impongono una scadenza, tempi definiti per un obiettivo, se sono in grado di rispettarli dico subito si, altrimenti chiarisco subito che non è possibile, per cui do i tempi attraverso cui ragionevolmente riuscirò a portare a termine.
Orbene, do precisione, rigore, insomma do Svizzera.
Purtroppo molto di frequente ottengo Cuba. Prestazioni date per qualitativamente eccellenti mentre in realtà si rivelano appena sufficienti se non scadenti, per non parlare poi dei tempi!
La cosa che poi è più amaramente comica, è la scusa che viene addotta a giustificare la mancanza, beninteso, sempre che ci si giustifichi.
I più astrusi “rimbalzi” di colpa, delle motivazioni tenute insieme con sputo e filo di cotone.
Eppure ci va talmente poco: “ce la fai? Perché io ne ho bisogno perentoriamente, assolutamente improcrastinabilmente (segna rosso? Gnurant!) per…”; assicurazioni che si, che senza meno, che tanto ci sentiamo ancora… poi le scuse.
Adesso, se io, una volta che ho tutto ti dico che ti pago a 60 e poi comincio a fare le scene patetiche del libretto degli assegni finito, del domani mi arriva un pagamento ecc?
Caspita, io do Svizzera, ma pretendo Svizzera, altrimenti, un’altra volta, mi dici che non riesci e io lo so e non faccio gli incastri giusti o molto più semplicemente vado da chi mi garantisce i tempi e li rispetta.
Una roba che proprio non mi va giù è questa: non ti conosci o mi prendi in giro? In ambedue i casi sei un cretino: nel primo perché non hai più dieci anni e devi imparare, e nel secondo perché non si prende per il culo uno bravo, bello, simpatico, paladino dei deboli e degli oppressi e anche bello dentro come me! O no?!

lunedì 13 dicembre 2010

LAMENTISMI

Appena tornato e già lamentele….
Come gli anziani, uguale.
Sono proprio stanco stanco. Ma è la testa, non tanto il fisico: il fisico le va dietro, ma per quello è sufficiente una dormita e una corsa. Già, la corsa. Nemmeno mi ricordo più come si fa: ho la borsa pronta in macchina dal 1953, il Garmin non so nemmeno più se si accende.
Ora sono rientrato al lavoro e trovo il tavolo coperto di lavoro, urgente, improcrastinabile…
Mi serve una vacanza, ma una vacanza atipica: a casa a fare niente o molto più semplicemente a fare quello che mi va: allenamento e poi… ho bisogno di Lei. Si è persino ammalata a non vedermi ;)
Intanto ristabiliamo le basi: sono tornato, per ora sono vivo e … bell’e finite le basi. Ah, no. Il camino va! Tira un po’troppo e mi consuma più legna dell’incendio della California del 2008, ma funziona.
Bisogna sempre trovare del positivo, ecc ecc…
Intanto l’Ironman si avvicina……….
Ma ditemi di voi

giovedì 2 dicembre 2010

IN GITA

Gruppo vacanze piemonteee.
Questo é l'urlo che mi aspetto di sentire da un momento all'altro.
Si perché ho curiosamente aderito a una "gita sociale". Si va a vedere uno spettacolo che tra l'altro vedo volentieri tutte le volte che replica.
Bene, ho aderito a questa curiosa forma di aggregazione per curiosità sociologica principalmente, e per opportunismo in misura marginale.
Arrivati, presentazioni di rito: "ciao, piacere, ci siamo già visti, che gnocca" insomma, le solite cose.
Salgo sul bus turistico, e subito reminescenze di gite, scolastiche... Che bello: Parigi, poi Roma, ma l'anno di Barcellona...
Partiti, e fino a qui tutto bene, subito il logorroico che parla, parla... É la classica accoppiata di due amici/conoscenti di cui uno racconta improbabili vacanze esotiche, ininterrottanente, mentre l'altro ascolta succube, silenzioso e rassegnato.
Pensare he mi sono persino trovato seduto vicino al mio elettricista.
Mah, a questo punto che fare? Sarebbe bello dirigersi verso i sedili posteriori per limonare duro... Purtroppo sono innamorato, quindi... Niente. Mi godo la costruttiva lezione di eterogeneicità sociologica e penso a sabato.

mercoledì 1 dicembre 2010

DELLA DIFFICOLTÀ DEL FUOCO E DI ALTRI NODI

L'uomo senza il fuoco non si sarebbe evoluto, e chissà quanto tempo avrà vissuto l'umanità prima di una così fondamentale scoperta, per questo probabilmente é così difficile averlo.
All'infinita odissea del mio camino si aggiunge un nuovo fastidioso capitolo.
Dopo aver chiuso l'asilo dei lavoratori, ecco che il Red, senza perdersi d'animo, con la prontezza che lo contraddistingue, si reca nel negozio di camini più grande del mondo e contratta l'acquisto di un bel bifacciale passante. Il mattino seguente si reca in banca, bonifico per il 36percento, fax al venditore, a mezzogiorno il camino é in cantiere (si, perché ora di cantiere si tratta, purtroppo).
I lavoratori crescono e vanno alle elementari: ora i muratori storcono il naso per l'installazione dopo che mi avevano assicurato che non c'erano problemi. É già un po'diverso dal solito, innovativo.
Adesso devo progettare l'installazione e trovare un omino del cartongesso in tempo per ieri.
Quel camino mi DEVE dei numeri da "Rocco all'harem", come minimo.