LONGO E' LO CAMMINO, MA GRANDE E' LA META - Brancaleone da Norcia -



lunedì 31 gennaio 2011

TI AMO STRONZA

Mi fai male, mi hai fatto male e nonostante tutto non riesco ad odiarti, e qui lo sanno tutti.
Tu sai che non rispondo, perché non leggo quello che mi scrivi perché certamente sono cose che mi fanno male, che mi feriscono, sono insulti al mio amore per te che sembra sempre interessato, inopportuno, esagerato, finto, ma mia cara è reale e fa male come la Vergine di Norimberga.
Tu lo sai che non ti leggo, lo sai perché i messaggi erano ineluttabili, ma se tu avessi chiamato, io avrei risposto, se tu fossi venuta io ti avrei aperto e non saresti andata via mai più.
Ora che finalmente anche io ho sbagliato lasciando via il telefono, ecco ora che sono umano, mi parli di testa tra le mani e di non l’avrebbe mai permesso. Ora che per una volta ho sbagliato il tempo fai fuoco. spietatamente
Tu non hai capito solo perché io non sono stato capace di farti capire, la colpa è metà di chi ascolta e metà di chi parla. Sempre.
Ora non raccontare vaccate su tu in mezzo alla strada abbandonata come un cencio, perché quando hai avuto le chiavi di casa, ti ho guardato in quei tuoi occhi wenge e ti ho detto che sarebbe stata casa tua. Tu mi hai guardato e io di ho chiesto “hai capito che tu vieni e vai quando vuoi? Hai capito che questa è veramente casa tua? Hai capito che non chiedi permesso? Hai capito che ti sto dando le chiavi del mio cuore?” e tu mi hai risposto si. se non te le ho chieste indietro qualcosa vorrà dire no?
Come è passibile che tu possa ancora dubitare di me.
Vedi, io ti amo e a questo non si comanda, non puoi decidere di spegnere la tv e leggere un libro. Non esiste modo perché si smetta.
Io non sono riuscito a piangere, io tornavo, torno in una casa che era piena di fantasmi, di ricordi tuoi. E nonostante tutto non provo rancore. Non ci riesco. Pensa come sarebbe facile: ci odiamo e tutto finisce li, e invece no. No.
Perché non hai lottato per prenderti quello che ti spettava? Perché non hai preso a schiaffi la vita come ora vorresti fare con me? perché non vieni e ricominciamo davvero daccapo? Io sono pronto. Io non mollo mai.
Ti amo stronza, nonostante la tua testaccia, nonostante le tue mattane.
TI AMO STRONZA.

E ora lo sapete tutti. Tutti tutti

AH, LE ROSSE...

La rossa… quella dei 150 anni dell’unità d’italia (che paraculi, per citare), quella che rispecchia il made in italy nel mondo, infatti:
....Non è diminuita nella casa automobilistica l’attenzione ai costi, (? N.d.Red) infatti il KERS è stato installato sulla monoposto contenendo i costi e, aprendo l’ipotesi di tenere un secondo team di pochissime persone che si occupi solamente del KERS. (potrebbero attingere a piene mani da Mirafiori, li di gente che gli gira il kers ce n’è a iosa) A causa dell’inserimento di questo dispositivo all’interno del serbatoio della benzina (?????), si sono dovuti assolutamente contenere il piu possibile i consumi della vettura per evitare di fare una monoposto molto sproporzionata. ....
Potevano dirlo subito che mettevano il GPL
.…L’inserimento del KERS non da una sicurezza al 100% di un sorpasso ma comunque assicura dei cavalli in piu che se l’altra vettura non può sfruttare aumenta le possibilità di effettuare un sorpasso, dando quindi una maggiore velocità alla vettura. ….
Ineccepibile, un sorpasso è anche questione di spazi: sorpassatela una microcar in una stradina di campagna… anche con una RS6 resta difficoltoso.
Adesso, figli del made in italy targato Marchionne, facciamo po’il punto della situazione: Ferrari non vince nulla da tre anni, se i tecnici non si riducono lo stipendio che facciamo, la facciamo fare in Canada? In Polonia? O alla Tata in India? Da già che non vince, almeno che costi poco! Come la Panda.
Riguardo il look, suggerisco di levarla quella scritta FIAT dal muso, è più grande della scritta Ferrari. Così mi ricorda tanto la vecchia Tema 8:32, quella, appunto con motore Ferrari, quello del 328 GTS, grande successo, grande affidabilità grandi prestazioni, grande idea! Credo ne abbiano vendute addirittura trentasette! O peggio, la panda che aveva quello che abitava in fondo alla mia via, quando avevo nove anni, lui di una panda rossa aveva fatto un gioiello di alettoni, adesivi Ferrari, bandierine italiane, persino il nome e il gruppo sanguigno sulle portiere. A questo punto i casi sono due, o lui era avantissimo allora (e noi ignoranti non lo si capiva) o è tornato il trend radicalburino. Peccato si sia trasferito, sarei curioso di vedere il futuro dell’auto da qui a trent’anni. Magari ora va a piedi.

SCONCERTO:

Che peccato buttare le perle ai porci Ma pensate che casino buttare i porci alle perle. F. Antoni

Le vere riflessioni...
il contraddittorio è aperto.

FINE SETTIMANA

spese folli in giro per il mondo tutto:
venerdì un po’di roba da bici, col freddo bisogna coprirsi, inoltre ho portato a montare un paio di ruote da rulli, totale circa 300 euro (circa perché ancora devo pagare.
Sabato shopping furioso: maledizione quanto si fanno pagare Ballantine, church’s, Brooks brother’s…. e meno male che non ho preso anche il cappotto, ma era un po’lungo. Ne’l’abito.
Ci ho anche rimesso lo specchio della macchina:
nevica copiosamente, posto la Bionda a casa (miuccia  ringrazia per la borsa), rientro verso casa dei Redparent’s per recuperare il telefono dimenticato come un imbecille li da loro, strade sporche, anche tre dita di neve, non si capisce dov’è la strada. Red in colonna dietro una panda gialla, ad un certo punto sente un botto gigante. Sorpresa del momento, poi occhio allo specchio … lo specchio. Ripiegato contro il vetro della portiera. Occhio allo specchio di cortesia, macchina dietro: se freno mi tamponano… morale alla prima rotonda torno indietro per vedere se lo scemo che tenta il sorpasso si è fermato, ma naturalmente no.
Mesto e arrabbiato riprendo la via di casa, arrivo dai genitori, che fai ceni qui? Sono le 8 perché no, recupero il telefono e… meglio non parlarne.
Mangio, vado a casa e intanto continua a nevicare.
Domenica: ho una gara di corsa, si tratterebbe di andare a correre al mare: sveglia alle 6 (le chiamate di cui sopra mi avevano già indotto a rinunciare, in più, dormito niente), apro le persiane: nevica. Rapido consulto con gli altri sul da farsi con risultato: “non ho voglia di guidare 3 ore sotto la neve per fare una mezza sotto la pioggia e col vento”.
Ho scritto un po’di mail, un’ora di rulli, volevo anche correre, ma ho sistemato un po’casa. Insomma mi sono leccato le ferite.
Questo w.e. ho fatto un errore. Uno dei più grandi della mia vita e non me lo perdonerò mai.

venerdì 28 gennaio 2011

GLI SCONTENTI: cronaca di una cazzata

Voi sapete che cos’è il piano regolatore? No? Lecito. Tanti sostengono di sapere, poi non è così, comunque, bravi ad ammettere. “l’ignoranza è una bella cosa!” Principe A. De Curtis – Miseria e Nobiltà
Dunque, il Piano regolatore è una sorta di regolamento, che in genere ogni comune (in genere ogni comune perché potrebbero essere più enti territoriali insieme che ne hanno uno congiunto) deve avere, questo per legge dagli anni 40. Cosa è in concreto? Un regolamento che va a definire l’organizzazione del territorio di una città, questo per evitare che ci siano obrobri ancora maggiori di quanto già si verifica abitualmente, del tipo: sei in zona destinata ad uso agricolo? Non puoi edificare interi quartieri, sei in centro storico? Devi adeguarti alla tipologia costruttiva.
Ecco, ma oltre questo, dispone anche le “aree edificabili”, ovvero quelle lottizzabili prima e dove poi è possibile costruire.
Esaurita la noiosa premessa, necessaria per capire, vado a raccontarvi un aneddoto curioso.
Piano Regolatore di Redville, approvato definitivamente nel duemilaotto, quindi un razzino, considerato che tra varianti e varianti non varianti, strutturali e non, ce ne sono in giro che hanno anche venticinque anni. Mario (nome di pura invenzione) di campagna si trova per le mani un lotto passato edificabile appunto con l’approvazione del PRG. Alla prima cartella ICI, chiede colloquio con l’amministrazione adducendo il fatto che tanto a lui non interessa questa cosa, che tanto a lui interessa solo coltivare la terra e che non vuole spese perché poi tanto chi le deve pagare è lui, e lui è solo un agricoltore e che adesso che c’è la crisi, che la crisi è per tutti e soprattutto per loro agricoltori che la “roba” non glie la pagano più niente e che lui fa fatica. Insomma, voleva far fare una variante al piano per far tornare come agricola la destinazione d’uso del suo bel terreno. Penso sappiamo tutti della differenza di valore tra un terreno agricolo e un terreno edificabile.
Comunque… Riunione, tutti guardavano il buon Mario, soggetto strano, senza riuscire a capire quale fosse il reale scopo della sua richiesta: ci deve essere un arcano senso a questa anomala istanza, e in realtà si era tutti curiosi di sapere quale manovra geniale avesse in mente Mr. Mario. contadinoscarpegrosseecervellofino. Non si è riusciti a sfondare l’omertoso muro di silenzio: si è insistito sul fatto se fosse sicuro della richiesta, si è anche cercato di insistere se avesse sentito tutti, anche eventuali figli, si tratta di deprezzare notevolmente il valore dell’area, e la risposta è stata che tanto il figlio era “giù nella “Rabia”, là nel deserto”, e che ormai lui viveva là e che ormai era sistemato e che tanto la terra era sua e che non gli interessava e di nuovo tutta la solfa del contadinopoverino. Amministrazione sensibile, sindaco sensibile ai problemi della popolazione e nella prima variante utile, infilata anche la variante Mario.
Ieri sera, alle 18, maledizione che dovevo essere in pista a far 400, appuntamento amministrazione (Sindaco), Red, CapodiRed, e niente popo’di meno che il buon Mario, ma non solo: è venuto armato di Consigliere comunale di zona, a cui Mario si è rivolto, geometra di fiducia e, dulcis in fundo, figlio arabo di Mario.
Sentiamo cos’anno da dire: prima parla il consigliere, poi tocca al redivivo Colonnello Lawrence, che con abili parole snocciola il concetto che in conclusione suonava letteralmente così: “mio papà ha fatto la cazzata del decennio, possiamo riportare le cose come stavano prima?”
Ieri sera ho imparato un altro po’di cose: che non sempre, se non capisci il perché di talune azioni, è dovuto ad eccesso di acume, intelligenza, furbizia, astuzia o scaltrezza dell'altra parte, ho imparato che a fare i testardi si rischia grosso e poi che ci sarà sempre qualcosa che mi stupirà nell’ingenuità umana

giovedì 27 gennaio 2011

HO GIOCATO TRE NUMERI EL LOTTO

Renato Carosone, un maestro del jazz italiano…, con allegria e sarcasmo cantava di torielle divertenti ma con sonorità che per l’epoca erano “scapigliate”, era lo swing americano…
Divagazioni.
Ho raccolto. Bisogna sempre farlo, se la fortuna ti passa di fianco devi fare attenzione, la devi saper distinguere, e come? Provandoci. Fatto.
E non è neanche escluso, se èe vero il famoso detto…
Grazie per la dritta. Se imbrocco…. Tartufi? Non è più stagione, Frutti di mare! Cena a Frutti di mare e Roeder. (io sono in ramadan per l’iron, mauna tantum, in quel caso potrei anche cedere alle avances di sua altezza Louis Roeder).

mercoledì 26 gennaio 2011

BISOGNI PRIMARI (non surrogabili)

Dal Vocabolario Siciliano-Italiano – Antares editore:
Abbaniata:  f. 1 l’atto di abbaniàri; 2 grida di mestieri. Tra le grida con cui i venditori ambulanti, nel secolo scorso, pubblicizzavano la loro merce, è quella dell’acquaiolo: ch’è bella quann’è frisca! S’’un è frisca ‘unni vuogghiu ‘ranu! Sciala curuzzu! Arricria cuori! Va pigghiativi ‘u gilatu! Airettu acqua cc’è? … (com’è bella quando è fresca! Se non è fresca (la mia acqua)io non voglio grano (due centesimi di lira, cioè non la vo’pagata) Sciala cuore! Ricrea cuore! Venite a prendere il gelato: agretto (limonata), qui c’è acqua)
Ne ho bisogno di una cisterna.

SIAMO UNA SQUADRA FORTISSIMI


Rispondo a un commento così:
agli italiani piace il calcio, vero, non solo a noi, anche a molti popoli stranieri, ma con una fondamentale differenza, a noi piace fare il pallone: essere presi a calci, nel fango, ma al centro dell'attenzione, PROTAGONISTI.

IL COLLEZZIONISTA DI OSSA

Film mediocre, ma non è una recensione che voglio fare.
Sono dispiaciuto per il fatto accaduto alle spoglie del Mike nazionale buonanima, che Dio l’abbia in gloria, mi segno, ecc, ecc.
Ora io mi domando, si può collezionare di tutto, io poi che ho ancora (o forse è stata buttata, una collezione completa di pacchetti di sigarette ante scritta di condanna a morte, o lattine di Coca Cola, quelle ancora cilindriche, una per ogni evento, addirittura ne ricordo una di L.A. 1984, le olimpiadi di Sua Altezza Frederick figlio del vento Carlton Lewis, per non parlare delle bottiglie di birra. Ora mi limito a collezionare figuracce in gare più o meno di cartello, un po’ meno soddisfacente, ma si sa, ognuno si sceglie il proprio veleno (se possibile io quella che gira per le pagine di qs. Blog), ma collezionare reliquie… si, perché se, come sostengono i media, il gesto è stato fatto per mero riscatto, non ha più nemmeno tanto fascino, mi sembra tanto “la lingua del santo”, quindi nemmeno originale come gesto, calcolando poi che tanto ve beccano, che ve credete? Al governo c’è uno che sguinzaglierà l’esercito per ritrovare la preziosa reliquia, posto che non sia proprio lui il mandante per distogliere l’attenzione dai disastri d’immagine di questi giorni, non si può mai sapere: un genio può questo ed altro e lui? Il genio del male dei cartoni animati. Se invece il “numero” è figlio di autentico fanatismo, quindi stato commissionato per avere la reliquia del “padre” della televisione italiana, colui che ha insegnato a grandi e piccini il vero senso dell’”allegria”: un richiamo all’attenzione, colui che ha distribuito più premi e gettoni d’oro del decrepito totocalcio che langue surclassato da più moderni e redditizi giuochi (eh?!) a premi, beh, se realmente, come spero esiste una figura del genere, io la voglio conoscere. Voglio avere questo privilegio. Ma pensateci bene! Un personaggio simile chissà quanto ha da raccontare, chissà che vita curiosa…..
Lancio un appello pubblico: comunque vada, se come veramente mi auguro, questa storia si esaurirà con titoloni di fogli e riviste che pubblicheranno a caratteri cubitali il nome di questo straordinario stravagante personaggio, chiunque lo conosca lo inviti a tenere un blog o meglio ancora a contattarmi: voglio frequentare quest’uomo. Se poi non esiste, peccato, torneremo alla bieca e grigia vita di tutti i giorni, fatta di tristi camorristi e rapinatori per danaro (rieh!?). peccato, mi sarebbe piaciuto credere in un matto autentico, mica come il Sor Presidente.

NOTA: avrei voluto scriverne ieri, avrei voluto trattenermi, ma come si fa?

martedì 25 gennaio 2011

L'ARTE DELL'ARRANGIARSI

Di questo non posso non scrivere.
Fonte: quel micro pezzo di tg2 delle 13 carpito mentre prendevo il caffè.
Si presenta al commissariato di zona un giovane donna, trentacinquenne chiedendo all’ufficiale se potesse cortesemente far qualcosa perché dall’appartamento sopra il suo, l’ultimo piano, ogni notte, provengono rumori, cigolii, colpi, persino grida e altri rumori di cui lei stessa si vergogna di dire. L’ufficiale sostenendo di non poter intervenire in frangenti simili, consiglia di parlare ai signori del piano sopra, al limite rivolgersi all’amministratore.
Certo, cono cose che possono accadere…
Circa quattro mesi dopo, al medesimo commissariato di zona, una coppia di anziani si rivolge all’ufficiale per un caso analogo: ogni notte, tutta la notte (queste almeno le parole del servizio), rumori, gridolini, colpi, DI SESSO!… stessa via, stesso civico.
L’ufficiale, incuriosito, più che insospettito decide di andare in fondo alla cosa.
Breve indagine e cosa ne viene fuori? La coppia di anziani abita al quarto piano del medesimo stabile. Di per se non dice nulla, ma il fatto curioso è questo: la coppia di anziani abita esattamente sotto la giovane donna di cui sopra che ha risolto il suo problema portando via l’uomo alla vicina di casa del piano di sopra.
Non ho parole se non GENIALE!    

APOLOGIA

Scriverei meglio. Se solo ci riuscissi, se solo avessi la lucidità di farlo. Scriverei in maniera molto più avvincente, racconterei di fatti anche banali ma esponendoli in maniera da tenere incollati i lettori e alla fine del racconto far sentire quel peso che ti rimane quando un libro è finito, far venir voglia di chiedere – e poi? -. Scriverei di cose molto più interessanti, avvincenti, mi piacerbbe parlare di argomenti che scatenano dibattiti infuocati, infiniti, mi piacerebbe scrivere con ironia di vita, mi piacerebbe divertire, commuovere, infastidire, scaldare, toccare le corde del cuore e dei nervi, mi piacerebbe informare, stuzzicare, scrivere garbatamente di sesso e con passione di cose che sembrano noiose, vorrei raccontare di esperienze.
Vorrei tanto che questo fosse uno spazio franco, ma ora non ci riesco e ne chiedo scusa a tutti coloro che lo frequentano, anche saltuariamente. Queste sono vere e proprie scuse nei confronti di chi legge parole scritte da me e assemblate a casaccio, impropriamente, senza stile, usate al di fuori di un contesto corretto.
Ripeto, vorrei veramente con tutto il cuore poter scrivere liberamente, piacevolmente, in maniera unica di qualunque accidenti di argomento, ma non ci riesco. Ho la mente in un altro luogo, la lucidità le è andata bellamente appresso, per cui i tristi risultati sono quelli che mi ostino ad imbrattare ogni giorno (anche più volte al giorno), con stupida perseveranza, le pagine di questo spazio.
Mi scuso con chi è offeso dai miei contenuti, scarsi per la verità, ma si sa, o poco cervello o poca sensibilità, o peggio, poco e basta, mi scuso profondamente da chi è offeso dalle mie idee, anche li poche e confuse, mi scuso per il turpiloquio, per la maleducazione. Mi scuso per l’irruenza, per l’egoismo, per l’egocentrismo, per la violenza con cui espongo i miei disordinati pensieri.
Vedete, io nella mia vita ho sempre cercato di migliorarmi, soprattutto umanamente, cercando di non trasformare forzatamente in una rincorsa inutile ad una “perfezione” che tanto non potrà mai appartenermi, e in questo lo sport che faccio è un ottimo maestro di vita, ti insegna che puoi migliorarti, ma ti indica chiaramente e spietatamente i tuoi limiti. Appunto per questo mi impegno a migliorare e fatto questo anche il mondo, per una infinita frazione potrà essere migliore, anche solo una ulteriore frazione di uno si sei miliardi, ma magari potrà portare qualcosa di buono.
Per ora un sacco di fuffa, scritta da cani.
Questo non è un post per cercare consensi per cui vi prego soltanto di non commentare con ma no, ma dai. Me ne accorgo che il valore oggettivo di forma, ma soprattutto di contenuti è quello che è.
Solo un ringraziamento a chi con il proprio stile mi diverte e mi commuove quotidianamente e un appello: no chiudete mai, non smettete mai. Anche poco, ma regalate al mondo un po’di voi, comunque scritto.

lunedì 24 gennaio 2011

TRASCINAMENTO

+
+

=

Giornata di allenamenti… poi, inevitabilmente, si tirano le somme, no?
Ecco, pubblico il bilancio disastroso.
Scarico (niente colazione)17km a media 4:30, forse 4:35. purtroppo avevo il mio prezioso strumento con memoria satura e non mi ha registrato il giro, ma la distanza la conosco perché è il giro a New Redville da 8,560km, e l’ho ripetuto due volte. Carino come giro, parti in piano, leggero falsopiano a scendere e poi la seconda metà leggermente collinare molto suggestiva, tutto asfalto. In origine dovevano essere due giri e in aggiunta una variante da 3 o 4 km. Insomma far volume, ma poi ho riscontrato un problemino proprio sotto il malleolo della caviglia destra, all’esterno. Ho finito il giro per evitere infortuni. Bilancio della corsa? Eh, contando che non più di tre mesi fa, feci un “lungo da 37 a 4:25 finendo bene (che portava proiezione in maratona a correre anche a 4….) vabbè, li è questione di tempo.
Doccia, mi cambio e dritto verso BigRed House, mi cambio e prendo la bici.
Non trovo i copri scarpe….. panico! Calcolando gli zero gradi nonostante un sole splendente la cosa mi indispone…. Pace, mi vesto (tanto), musica, gonfio le ruote a 8 e via. Poco meno di 50km che i bimbi con le rotelle andavano più fotre. A metà del giro ho cominciato a sentire un dolore lancinante alle dita dei piedi: gelate, poi (neanche tanto poi) è la volta della parte destra della faccia.
Insomma, arrivare a casa dei genitori è stato come conquistare il polo, infatti anche la velocità era quella di uno a piedi sugli sci che trascina una slitta piena di attrezzatura e cibo.
Appena mi sono fermato ho avvertito il dolore. Dita dei piedi congelate. Fa male sapete? Non è che solo non le senti più, è proprio dolore! Ci ho messo 20 minuti a entrare in doccia… Visto che la S.ra Red conserva sempre tutto, ho chiesto se in qualche polveroso antro del garage o della cantina ci fossero ancora le rotelle.
Finito tutto, meritato the con piatto di pasta incorporato.
Bilancio?
(scuoto la testa con triste aria di rassegnazione)
E non è nemmeno tutto li: 50km sono circa un quarto della frazione ciclistica I.M..
Inoltre….
Oggi acqua… non oso immaginare.
Ieri tra l’altro qualcuno faceva la sua prima uscita… chissà

venerdì 21 gennaio 2011

ISOLATO

Si comunica che per problemi esterni, l'accesso alla rete internet non sarà disponibile fino a nuovo avviso.
E adesso?

giovedì 20 gennaio 2011

LESSON TWO OVVERO LA TEORIA DEI MATTI.

Chi è normale? Chi fa come tutti gli altri.
In un manicomio c’è un reparto dove sono degenti i malati che soffrono di una patologia particolare: camminano sulle mani, si. in verticale. Sono una quarantina, forse di più, quasi cinquanta. È una cosa incredibile cosa riescono a fare: sembra di stare al Circo di Mosca, fanno tutto, mangiano, bevono, vanno in giro per il reparto, fumano, giocano a carte, fanno le robe che fanno i matti li in reparto. Insomma, loro vivono cos’, sempre sulle mani, tutti, tutto il reparto. Come i pesci rossi dell’acquario, non escono mai, il loro mondo è li. non guardano la tv, non leggono giornali, niente internet. Tutto li. gli unici contatti che hanno con l’esterno sono con quei due medici e quell’infermiera.
La comunità non fa progressi, e ci si domanda perché. In estrema ratio i due medici, in consulto, provano ancora questa via d’uscita: cercano di capire e iniziano a guardarsi attorno. Notano una persistente  diffidenza da parte dei degenti nei loro confronti. Anomala. Decidono quindi di venirne a capo e provare ancora a seguire questa strada: cercano di avvicinar qualcuno dei pazienti, uno in particolare, quello che sembra meno maldisposto, quello che dimostra un po’meno diffidenza. È tuttavia molto difficile, il lavoro è lungo e abbattere il muro è duro, ma finalmente dopo quasi un anno di lavoro, il soggetto si sbilancia: “ veda dottore, noi non è che vi vogliamo male, ma sa com’è voi siete un bel po’strani, già per il fatto che camminate al contrario…. A noi i matti ci fanno un po’paura”.
Facciamo come il matto meno diffidente? Un punto di contatto?

LESSON ONE: la teoria della cacca

La conoscerete in molti, ma essendo in argomento è sempre di gran attualità
Gennaio, un freddo glaciale, di quelli che spaccano i polmoni a respirare, il povero pulcino cade dal nido, è spacciato. Passa di li una grossa grassa vacca pezzata, l’uccellino, con un filo di voce “vacca, ti prego, aiutami, non pestarmi, aiutami, son caduto dal nido, sto congelando dal freddo…” la vacca con il suo tipico sguardo vaccino, rumina quel po’e poi, senza dire una parola lo scavalca e… plof, una bella torta calda e fumante e se ne va. Si, glie la lascia cadere proprio addosso!
L’uccellino incredulo, amareggiato, le urla “bella stronza! Già sono nella merda di mio e tu ancora infierisci!”.
Già, che mondo vero?!
Poco più tardi passa di li una gatta, una di quegli splendidi esemplari, elegante, sensuale, magnetico, carismatico. Attirata dalle urla e dagli strepiti del pulcino si avvicina per vedere che succede e con voce suadente gli domanda cosa mai avesse da sbraitare tanto.
Il nostro pulcino “ma non vedi? Sono caduto dal nido, è gennaio, fa un freddo micidiale, la botta, la mamma è a cercar cibo e in più quella stronza di vacca mi ha ancora riempita di merda.” “senti non è che magari tu potresti…” la gatta: “e come no!, subito!” e senza perder tempo lo recupera da quella fumante coltre, lo tira fuori, lo guarda ben bene e poi….. in un boccone.
Morale? Non sempre che ti mette nella merda lo fa per farti un danno, e non sempre chi te ne tira fuori lo fa per darti una mano.

TITOLO: SENZA SI CAPISCE BENISSIMO


E questo è tutto quello che ho da dire su questa storia.” F. Gump

mercoledì 19 gennaio 2011

E RED...

chi vuol sapere mi dica, mi scriva di là o mi chieda qui in un commento: fi farò sapere come.

CURIOSO

attenzione: il contenuto del presente post potrebbe urtare la sensibilità di qualche lettore sensibile al problema. Invito cortesemente chiunque si senta offeso, turbato, ferito da quanto sotto a mandarmi a quel paese inviandomi già i biglietti in maniera da accelerare le pratiche e farmi risparmiare almeno quei due euro, che sono sulle spese ultimamente.

Pubblico un post e vedo questa finestra sulla destra della pagina:
Tu puoi sperimentare l'amore di Dio nella tua vita!
conosceredio.Jesus.net/amore.
Sono onorato che questo accada, ma se non si offendesse, che non vorrei mi indisporlo troppo: tutte le volte che è successo, un giro ha cacciato i nonni dal Paradiso terrestre, poi ha fatto piovere per più di un mese di fila per ripulire i viali da zoccole e trans, cavallette e altre piaghe simili, per il momento declinerei gentilmente l’invito.
Certo, credo sia da un po’perché mi sembra curioso che se ne esca solo adesso questa cosa. Vero che non svetto per sagacia, però mai nulla aveva lasciato intendere.
Se gli bastasse una cordiale e sincera amicizia, ma niente di più… anche perché rischierebbe di sembrare proprio chiodo scaccia (o schiaccia? Non l’ho mai tanto capito) chiodo, e non sarebbe corretto nei suoi confronti.
Comunque, a scanso di equivoci sono estremamente contento che mi ami, certo che se mi avesse mandato una mail personale invece che metterlo li su google… o, visto che tutto può, potrebbe far smettere quelli che fan soldi e porcate sul suo nome, così davvero potremmo avvicinarci un po’di più.
Scusa.

HO VINTO QUALCHE COSA?

Un premio. Meglio di una di quei tanti trofei abbandonati là a casa del Mr. Red Senior, meglio di un po’di euro di una vittoria o di un lavoro ben fatto, meglio anche dei gettoni d’oro del compianto Mike, che dio l’abbia in gloria, Allegria!
Molto meglio di tutto questo perché la sensibilità di chi regala luce in un momento buio deve essere celebrata come la messa di Natale. Nonostante ci pensi da ormai un giorno e mezzo non so. Non riesco a dir nulla se non: “verrà l'estate, viene sempre del resto, no? Ecco, e grazie a te è un minuto più vicina.
Prendo quel fiore lì e me lo appunto sul vestito della festa, perché profuma di generosità, profuma di vorrebbe ma non vuol disturbare, profuma di chi vorrebbe veder tutti felici ma non si può e allora da quel che può, profuma di sensibilità, profuma di lucida e mai banale umanità, di intelligenza e acume.
A questo punto sono io quello onorato di chiederti che se vuoi puoi chiamarmi amico: sono una persona alla mano e moderna, non guardo le classi sociali, portinaie o Madame torinesi che siano. Per cui, l'invito è ufficiale e non accetto declini. quidi da adesso ci conosciamo e puoi nominarmi (anche a casaccio, ma sfogati prima che brevetti il nome ;))
mi aspetto che passi per lasciare il segno, me lo aspetto, o forse un po’di più, perché mi interessa cosa pensi.  
Ah, a casa mia, di nero, c'è solo il bagno ;)

martedì 18 gennaio 2011

E RED?

Ora ho da fare, m poi magari ne riparliamo, o anche no. insomma, vediamo.

lunedì 17 gennaio 2011

SUGGERIMENTI

Al Ns. Pregiatissimo Presidente del Consiglio On. Dr. Cav. Silvio B., mi permetto di suggerire questa geniale idea che ho avuto: Brevettare il proprio nome e ogni azione di cui si è protagonisti o partecipi. In sostanza brevettare se stessi.
Non partiamo subito col dire “ma che cagata”, prima valutiamo: se si brevetta il proprio nome, ogni volta che viene utilizzato si percepiscono i diritti, il che non guasta, almeno così se da già se ne parla male, almeno ci si consola con il denaro e con tutta la “non felicità”  a lui legata.
E c’è di più: come ogni marchio si può decidere se lasciarlo utilizzare o meno e quindi eventualmente bloccare tutta quella stampaccia comunista che scrive male delle feste con le ragazzine, che uno alla fine di una infinita giornata di lavoro avrà ben diritto di andare a mignotte no? Che già c’è questa rottura di balle che la legge di quei giudici rossi dice che le minorenni non vanno bene, con tutta la “beneficenza” che faccio loro.
Ecco, allora ogni volta che si scrive, pronuncia o pensa il nome, taaac, pagare il soldino. E poi allora si che si scrive solo più ma quanto è buona la Coca Cola e non più che la Coca Cola era la bevanda preferita di Charles Menson (per dire uno cattivo no?).
E vi dirò do più: così facendo la magistratura non potrebbe più nemmeno “citare” in giudizio senza permesso! E così finalmente i magistrati “pagherebbero” per le loro sconsiderate (cit)azioni
Certo, ora siamo allo stato embrionale, poi un po’di avvocati, un paio di leggi fatte a puntino e la cosa quadra.
E, ripeto, quanto magnifico sarebbe, una volta esteso a tutti noi cittadini: basta contraddittori scomodi, nemmeno più le multe ci possono fare senza l’autorizzazione a scrivere il nostro nome. Quante splendide applicazioni, come l’IPhone. Mi stupisco di essere il primo ad averci pensato! Quasi quasi mi brevetto l’idea. Ma perché fermarsi li: tutto il post, tutte le azioni legate al mio nome!Presidente: problema risolto! senza più star a far danni a Palazzo Chigi!

OPERE DI BENE

Spunto: uno scritto molto interessante e ben fatto (come potrebbe essere altrimenti visto l’autore). Una ottima recensione, sui generis come tutte quelle che lui fa, su “noi ci credevamo”.
Di li….
Mai mi è capitato di pensare a questo, ma ragiono ora sul fatto di quanta morte e distruzione porta il passaggio di un esercito. Tutti d’accordo sugli effetti visibili: incendi, battaglie, cadaveri, saccheggi. Ma penso ad altro: penso a quel poco completamente volatilizzato, penso ai segni di una violenza, penso al silenzio assordante dei resti di quel che si era e che non si sarà mai più. Il silenzio perché nessuno può aiuto, perché sovente l’orgoglio e la vergogna impongono facciate di straziante decoro, perché tutto quello che resta in quei frangenti sembra sia la dignità.
Gli eventi cambiano le persone. Quindi grandi eventi, grandi segni? Io penso di no. Io penso sia il contrario: l’evento in se è tanto “grande” quanto più lascia il segno in una persona.
Questo perché? Tutto per dire: conoscete un cuneese? Ma non di adozione, di genia? Ecco, tutto quello che vedete è figlio di 7 (sette!) assedi. Per cui, quando incontrate un cuneese, tenete conto della storia dei suoi avi.
Adotta un cuneese: con un piccolo sforzo potrai rendere il mondo un posto un po’meno brutto, anche solo un po’, ma lo potrai raccontare con fierezza ai tuoi figli.
Adotta un cuneese, e il futuro sorriderà anche a lui.

venerdì 14 gennaio 2011

SASSI


È tutto qui dentro.


C.V.D.

Come volevasi dimostrare il pasticcetto all’italietta si è puntualmente verificato.
Corte Costituzionale boccia una parte del “legittimo impedimento” non eccependo in se sul concetto di base, ma sul fatto dell’automatismo, cioè: sei un ministro o il Presidente del Consiglio? Sei automaticamente “giustificato”. Ora invece il giudice valuterà caso per caso se sussista legittimamente l’impedimento a presenziare in aula.
Doppio pacco con avvitamento: perché oltre che non aver cassato in toto questo obrobrio giudiziario, con questa sentenza, la legge rischia di non essere più la stessa di prima, per cui il referendum promosso recentemente a riguardo, e accettato dalla corte,  rischia di non poter vedere le urne proprio perché la legge rischia di non essere più quella originale.
Se avete sentito due grossi botti, e dovreste averli sentiti, ecco, erano i miei coglioni che cadevano.
Buona giornata a tutti.

NOTA: poi smetto eh.

giovedì 13 gennaio 2011

LA FORMA


Ieri sono tornato in pista. gli spogliatoi con la stessa identica macchia che ho lasciato l’ultima volta, già, l’ultima volta: 25x400 o erano i 3000? No no, erano i 400, ne ho ancora fatti 10 solo solo. Indifferente. Ieri. Signore mio che tristezza: sciabattavo scoordinato sul tartan che ormai tornava ad indurirsi per la temperatura cercando di non pensare che a quei ritmi lì facevo…. Facevo… Le mezze le facevo più forte, un po’ più forte del ritmo maratona.
Cinque mille a velocità (a lentezza) miserrima: sono anche stato canzonato da Wally che chiedeva a gran voce: “ma chi è quello li che corre con … è uno nuovo? Ma recuperiamo proprio tutti i paralitici della Asl? … ah, ma è Red! Ma senti un po’, levati un po’ da li, dalla prima che c’è gente che deve far ripetute: per passeggiare c’è il viale!”
Che dire? Sarà lunga e dura, ma a questo sono abituato, qui sono capace, qui serve tempo, metodo e volontà, tenacia. E io sono abbondantemente dotato di tutte e tre, soprattutto di quest’ultima.
Maestro! prepara il programma per Roma che ho bisogno dei lunghi per l’Iron!

BACIAMI ANCORA

O - G - NON NE HO

Volevo scrivere qualcosa, ma proprio non ne ho. Per cui

mercoledì 12 gennaio 2011

DOMANI (una parentesi seria)

Domani si vota. Non quello che viene sbandierato ormai da tutte le testate giornalistiche di tutte le parti (geografiche, ma soprattutto politiche). Di quello si è già occupata con sufficiente sdegno la mia amica M.me.
No. Domani si vota quello che si sarebbe dovuto votare il quattordici dicembre (non a caso data posta per la fiducia al governo da parte di camera e senato). Quello che si sarebbe dovuto votare lunedì. Quello di cui pochi si occupano (per evidenti questioni).
Domani la Corte Costituzionale vota la legittimità costituzionale della legge 2010 sul cosiddetto Legittimo Impedimento.
Ecco, non siamo noi che andiamo a votare per eleggere uno con la faccia da ladro che giura di essere onesto e di lavorare per noi anziché per il suo conto a Gran Cayman, ma una quindicina di supergiudici che si riuniscono e votano se questa legge è o non è in contrasto con la massima legge italiana: la Costituzione.
Che cos’ è il legittimo impedimento? Una norma che permette al capo del governo e ai suoi ministri di sospendere per 18 mesi tutte le udienze eventualmente a loro carico perché risultano impossibilitati a presenziare a causa di impegni improrogabili e molto importanti vedi GOVERNARE IL PAESE.
Orbene, Domani la Corte costituzionale si esprimerà su questa porcata evidentemente in contrasto con l’art. 2 della Costituzione Italiana perché rende “diverso” il trattamento nei confronti della legge che per definizione deve essere superpartes e deve garantire pari trattamento (almeno normativamente). Come al solito uscirà fuori un pasticcetto: una sentenza inverosimile che politicamente tenta di accontentare tutti e a cui tutti attribuiranno una vittoria schiacciante (come del resto in tutte le elezioni: non vincono sempre tutti?).
Resteremo a vedere. E soprattutto curioso di leggere le motivazioni che verranno depositate… chissà, magari verso fine mese.
Volevi scappare all’estero? Domani forse ne avrai una ragione in più.
Buona fortuna a tutti noi, perché benché il 27 lo stipendio arriverà ancora (ecco forse non è proprio un paragone calzante), intendo dire che poi per la nostra vita di tutti i giorni non cambierà molto, per il culo che si sono fatti quelli che si sono battuti per l’uguaglianza se ne andrà allegramente a puttane (a braccetto con chi è uso a tale abitudine e se ne vanta)

martedì 11 gennaio 2011

POTREBBE ANCHE BASTARE COSI

Toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc toc
Questo è quello che sento da stamattina. Stanno restaurando l’ufficio accanto al mio, riportano alla luce gli affreschi coperti da mani di colore in anni in cui non c’era questo tipo di sensibilità e di senso estetico o semplicemente gli facevano schifo.
Ecco. Io sento questo dalle 9 di stamattina, poi c’è il termosifone, anche lui in ghisa dell’800, senza valvola di sfiato e pieno d’aria: sembra di avere le cascate Vittoria in ufficio, questo da…. Oltre un mese.
Ah, dimenticavo: tutta la scorsa settimana e parte di quella prima la poco graziosa nonché per nulla femminile signorina restauratrice si è prodigata a raschiare via a spatola la tinta che veniva via così.
Ssch sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch  sch.
Vado a correre.

lunedì 10 gennaio 2011

DESIGN

Questo è quello che mi gira in casa da sabato.
Per la carità, a caval donato non si guarda in bocca e ad averne tutti i giorni di presenti, e proprio per questo…. lancio un pubblico referendum: Apro ufficialmente il televoto (eh? Usa così in gergo contemporaneo televisivo).
Che ne dite?
Beh, sulla teiera, perché quel robo rosso è una teiera da una tazza emmezza, in metallo, sotto il tappo ha il suo filtro, posso dire divertente, e ringrazio la stimata professionista, principessa del foro che ha avuto la gentilezza: molto Red.
Ma veniamo il lotto n.2: il pezzo forte! trattasi di papera con becco sempre aperto che galleggia (non per la papera, ma per il resto mi ricorda qualcuno). È divertente perché dotata, nella parte inferiore, di un filtro per il the: lo metti nella tua bella tazza di acqua calda e lei galleggia allegramente facendoti anche il the.
Lungi da me influenzare in qualsivoglia maniera il voto di nessuno di voi per cui vi prego di non tenere conto in alcuna maniera di quanto possa trasparire e bla bla e bla bla…. Invito però formalmente a partecipare numerosi che potreste anche vincere… vediamo, cosa potreste vincere? Votate, intanto ci penso.
Un umile suggerimento: attenti con commenti troppo incisivi. Coloro che hanno gentilmente e con grande altruismo provveduto a farsi ricordare con i suddetti pezzi di arredamento sono mooooolto sensibili nonché altrettanto suscettibili.
Un bacio colmo di gratitudine ragazze.

ARIA FRESCA

Prendo spunto da un post che ho commentato poco fa.
Pensavo a quello che la corsa fa per il mio stato emotivo. Non per l’umore, sarebbe riduttivo, ma per l’equilibrio.
Prendo ed esco, faccio una corsa, se è il caso magari “soffro” anche un po’forzando i ritmi, altrimenti metto solo un passo davanti all’altro e via.
Ci avevo già pensato, e non è il semplice luogo comune per cui fare attività ti “scarica”; almeno anche in questo caso non è tutto li: forse è il fatto che esci, respiri, il cervello si ossigena e ragiona meglio, oppure la dopamina rilasciata dall’attività fisica, le endorfine…
So solo che quando esco per farmi una corsa, mi sembra quasi di andare a raccogliere la soluzione che c’è, ma è in giro per il mondo, lì, volatile, mischiata con i pensieri della gente e facendo un giro la mia testa li filtra e trattiene quello che le manca.
Morale, quando esco e mi faccio un giretto di corsa poi ragiono meglio, l’equilibrio migliora.
Archiviate pure il presente pseudo spot venuto male male nel cassetto delle robe da matto (se ci sta ancora), è che sono fermo da un po’, sapete com’è….

mercoledì 5 gennaio 2011

amiche mie...

Auguri di cuore

ALLA MIA AMICA

ho imparato che più è grande il macigno più tempo ci metti a digerirlo, a macinarlo in sabbia.
Il tempo è la miglior medicina e pensa che quando inizi a prenderlo non ti rendi conto, e sembra non funzioni, ma poi… poi piano, piano, piano lui lavora, logora lentamente tutti gli spigoli vivi, smussa lentamente tutte le parti taglienti e da insopportabile diventa appena tollerabile, poi sopportabile, poi lentamente ricordo doloroso e poi parte del tuo bagaglio, quello che non bisogna perdere ne farsi rubare.
I cassetti bassi bassi sono gli ultimi in cui i ladri vanno a guardare: si inizia sempre dall’alto perché si ribaltano meglio e la gente le cose care le tiene a portata di mano. Per cui tienili li al sicuro, fin che la Medicina con la maiuscola iniziale non ha fatto il suo effetto.
In caso di bisogno c’è sempre quell’amico che fa le robe di 3 post più in basso.
Tutto per te.

E adesso però: CIRCO! Pappaparaparapappappara!

UN THE

Di non essere l’italiano per antonomasia, quello traspare decisamente. E chi mi frequenta molto presto si accorge di questa “anomalia”.
Per esempio, a me piace il low profil, o meglio, mi piace che ci si accorga solo se si capisce o si sa. Non mi piace sbraitare in faccia marchi o status symbol: molto meglio un abito su misura, uno di sartoria, artigianale, che non un GucciArmaniVersaceDole&Gabbana. Io comprerei Aston Martin, comprerei Ferrari, ma qualcosa di molto poco “rosso”. Non mi ammazzo allo stadio. Pratico sport non esattamente italiani. Mi trovo perfettamente a mio agio a Nizza, città che non molti amano, quasi nessuno per la verità tranne … tranne non saprei, e pensate: mi stanno anche simpatici i francesi (di sesso femminile soprattutto)
Ma sopra ogni cosa: il the. Io sono uno da the. A me del caffè non mi frega niente, lo bevo per compagnia, dopo pranzi o cene, se offerto, ma se scelgo bevo the.
C’è chi senza caffè muore, non inizia la giornata, non connette fino alla tradizionale necessità quotidiana, io no. Io senza caffè sopravvivo, anzi vivo.
Il the invece è diverso: non è una necessità, non è ingoiare una dose di caffeina, non è un pre-sigaretta. Il the è un momento di pausa: è un momento che ti prendi ed è giocoforza lungo: l’acqua si deve scaldare, la tazza deve essere tiepida, il filtro posizionato  sul fondo della teiera e l’acqua non deve bollire, ma accennare solamente con quelle leggere bollicine da acqua gasata, poi devi aspettare che la miscela rilasci il suo aroma, il colore, e poi lo bevi, così, al limite estremo con un po’di latte o con un po’di miele, ma così.
Certo, al bar o in pausa, te lo scordi: acqua scaldata da vapore, bustina su piattino e andare, ma è comunque tempo che prendo per me. Poi in oriente non si dice che la via della saggezza passa attraverso litri e litri di the? E Dio sa quanto abbisogno di saggezza.

martedì 4 gennaio 2011

CI VORREBBE UN AMICO

Oggi ci vorrebbe per me, ma io sono troppo stupido per chiedere aiuto. È un privilegio che mi porto dietro da quasi una vita, quantomeno da che ho memoria.
Giorni di malessere fisico, giorni di nostalgia, giorni di incompletezza, giorni di malinconia, giorni di tutto questo insieme.
L’avevo detto che oggi sarebbe stato meglio scrivere soltanto comunicazioni ufficiali, ma poi… chi si tiene.
Dovrei vedere mia zia che mi vuol far gli auguri di natale… mi pare che ci siamo anche sentiti a natale, almeno, io ti ho chiamato, mi ricordo, e tu eri via. Non ne ho voglia. Ho voglia di arrivare a casa e spegnermi perché sono stanco, sfibrato, logorato.
Non ricordo un malessere del genere da…. non so forse si scriveva ancora millenovecento, o forse semplicemente è stato sanamente rimosso.
Ma forse no. Nessun amico. Forse solo me stesso che ultimamente ho trascurato talmente tanto da non ricordare più come dire no. Come dire basta.
Sono giorni grigi, di eclisse, dove scambieresti volentieri molto di tuo con un solo e caldo ma lungo abbraccio.
Si. Oggi non fa ridere, ma a qualcuno lo dovevo ben dire: fischiava già stamattina il vapore, prima di esplodere...
Si. Oggi è una giornata no. Domani sarà meglio, del resto non lo è sempre?
Si. Oggi è scura, ma quei giorni lì, che son scuri perché ce li vediamo noi così, hanno il vantaggio che finiscono.
15:14. È ancora lunga.

lunedì 3 gennaio 2011

Mr. RED L’ALTRUISTA.

Red come il colore del sangue che sgorga dalle stigmate già ormai aperte.
31/12/2010, h. 15 su per giu. Red, nel giro di auguri, a sentire come  stanno gli amici e a sentire che cos'hanno in programma di bello, imbatte in Pm.
“ciao uomo, allora? Che racconti?” dopo il solito elenco di mali e di sfighe che le piaghe d’Egitto sono il Carnevale di Rio, a tagliar corto Red dice “eh, va bene: con oggi è finita, da domani ne inizia uno nuovo e vedrai come tutto cambia….. (troppo vero?) allora, sei pronto? Che fai di bello stasera?”
Pm: “mah, niente, vado a cena dai miei (85 e 83 enni, NdR), cena normale (minestrina + due pezzi di formaggio, ri NdR) e poi mi guarderò un film.”
Red: “ma sei scemo? Ma che c… - e seguono una serie di ingiurie poco ripetibili e poco eleganti, perché è un Blog elegante questo, sapete?!?- sarà già che ti faccio fare capodanno così.” Un paio di tiramolla, poi Red: “senti, ora ho da fare, pensa un po’a cosa ti piacerebbe fare che poi vediamo. Ti chiamo dopo.” Click.
Fine del giro di telefonate, salto dal Big Red e madre a far auguri, intanto telefonate chiedendo se da Alex era un problema uno in più (ma che cosa lo chiedo a gare poi, ma l’educazione….).
31/12/2010, h. 17 circa. Red: “allora Pm hai idea di cosa fare?” Pm: ma no, tanto io…. Poi dopo…. Ma tanto poi…… fosse la prima volta che…….” Red: non è la prima volta? Allora, adesso non ho voglia, ma, dunque: siamo a cena da Alex, roba serena, ci sono i bimbi piccoli, ma tanto si fa in amicizia, poi se vuoi si va a ballare”
Pm “Noooooooaaaaaaaahhhh, non conosco nessuno, non mi oso, non voglio disturbare, c’ho  male ai capelli…….”
Red: “Bon, andiamo a Nizza, accanno gli altri e andiamo a far capodanno a Nizza”
Pm “Noooooooaaaaaaaahhhh, non conosco nessuno, non mi oso, non voglio disturbare, c’ho  male ai capelli……. Ci sarà un…….” Red “….casino di gente, infatti” (e anche li si è reso conto della minchiata totale NdR).
Neanche li…. Red: “Andiamo in Montagna, li, tutte le Liguri, tutte le turiste…..”
Pm “Noooooooaaaaaaaahhhh, non conosco nessuno, non mi oso, non ho l’età, c’ho  male ai capelli…….” (alla fine inizio a crederci che i capelli possono far male)
Cosa faccio? Mica lascio solo un amico in quelle condizioni lì: quello non arriva a febbraio…
Red: “Senti ora vado a fare la spesa, vieni a cena da me, poi vediamo cosa fare. Carne o pesce?”
Pm: “mah, non so, tu vai con i tuoi amici che hai da fare che io, che però che no che pesce va bene”
Il giro dopo era mandagli a casa una signora di strada, ma mi costava del denaro e ultimamente sono sulle spese, coi lavori e tutto il resto…
Così Red l’altruista rinuncia, per dovere di amicizia, (o per vantarsene su queste pagine) ad una serie di opzioni ben più allettanti che non questa, per farsi il culo e cucinare una cena da 7 portate (dolce a parte perché comprato) per dar fondo alla propria salute prosciugando quattro bocce in due più il rhum e non avendo più la forza per uscire perché dalle 6 in piedi per mattinata di lavoro intenso.
Mi aspetto un anno che mi restituisca un po’di questa generosità, perché fatevi voi un capodanno a star a sentire uno che ti tira stupido di sfighe, lamentismi e pessimesimi. (mi diverte la creazione di neologismi)
A qualcuno: ora mi devi anche un capodanno, e quello lì.