LONGO E' LO CAMMINO, MA GRANDE E' LA META - Brancaleone da Norcia -



lunedì 7 marzo 2011

UNA GIORNATA PARTICOLARE

Per chi non lo conoscesse è un film interessante: Ettore Scola dirige un Marcello Mastroianni in un ruolo strano, evidentemente fuori posto in un'Italia fascista. Convintamente fascista, convinta di quel fascismo che “inconciliabile con la fisiologia e la psicologia femminile, il genio è soltanto maschio” e una Sofia Loren anche lei fascisticamente sottomessa Di mamma ce n’è una sola”, “una rifà le stanze, l’altra spiccia la cucina e la terza, che sarei io, si rificca a letto a dormì”. Volutamente non bella, magra, sciupata, ciabattata, con le calze smagliate, contro invece un Marcello Mastroianni leggermente imbolsito, ma curato nella sua giacca con pochette, perfetta, in quell'appartamento pieno zeppo di libri. Il tutto si svolge sullo sfondo della visita di Hitler e della sua bella cricca di amichetti nella primavera del ’38, triste presagio di una orribile catastrofe, in uno spettacolare grande condominio razionalista, tipico dell’architettura fascista, completamente svuotato per la “parata” in onore dell’alleato germanico. Al di la della storia, che meriterebbe un post a parte, al di la della fine fotografia che va a pescare dei pezzi, come la beretta col manico PB, volevo parlare di altro.
Volevo parlare di pietà: di azioni fatte per pietà, perché si comprende che in quel frangente è la cosa giusta da fare.
Cosa me lo ha fatto venire in mente? La Loren si perde in un Mastroianni intellettuale, gentile, che le fa anche complimenti, lei che A una ignorante come me le possono fare qualunque cosa, perché non c’è rispetto. Come una pezza. Trattata come una pezza”. Ma si perde in un personaggio scomodo, affascinante, lei, il prototipo di casalinga fascista, casa e figli; dicevamo, affascinante, ma scomodo al regime perché omosessuale e per questo viene allontanato dal suo lavoro di annunciatore radiofonico e verrà confinato in Sardegna.
Si. Un uomo sensibile, troppo per quei tempi, di cui non può che perdersi e lui che proprio per quella sensibilità capisce.
Una scena struggente, di compassione.
Resta un libro, I Tre Moschettieri di Dumas, di cui lei probabilmente leggerà qualche passo ogni giorno, nel ricordo di chi le ha dato un assaggio di vita diversa: “Con lui non è mai stato così. Non pensavo che era così”.
Si. Di questo film emerge la compassione di una scena di passione a metà, perché qui, tra la passione e la compassione c’è “solo” la sensibilità di una scelta umana.
Una scena coraggiosa che mi ha portato una volta di più una nota di malinconia verso i tempi in cui questo cinema.

“finisce sempre che ci adeguiamo noi alla mentalità degli altri, anche quando è sbagliata”.

6 commenti:

  1. E' vero.
    E te lo scrivo con estremo rammarico.
    La storia dei giorni nostri, d'altro canto, ne è una dimostrazione lampante.
    Non è che proprio ci adeguiamo, è che ci vengono i sospetti di non essere più nel giusto.

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  2. peccato vero?
    è perchè è il concetto di maggioranza.
    ricordi il post che feci della storia dei matti?

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  3. mi riservo di rivedere il film con attenzione...e poi commento in proposito...
    un sorriso Mr.Red...^__^

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  4. ...due solitudini che s'incrociano in una giornata particolare...ognuno con un dono per l'altro...
    bello aver avuto l'occasione di rivederlo.

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  5. @h2o: complimenti. perfetto.
    "allora paga la tassa sul celibato!"
    "si, come se la solitudine fosse un lusso"

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  6. ci sono delle battute che fanno riflettere...e vederlo una volta sola non basta per recepire l'intero significato...ma ora so dove trovarlo...
    ^__^

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