LONGO E' LO CAMMINO, MA GRANDE E' LA META - Brancaleone da Norcia -



lunedì 20 giugno 2011

Uhm? University of Hawaii at Manoa

Nulla di più  straordinariamente difficile della normalità.
Perseguire la normalità sembra una pratica da “anziani”, da chi rifugge le diversità magari perché spaventato, oppure decisamente per pigrizia preferisce i “non problemi” della beata calda e comoda conformità.
No. Io intendo parlare di altro. Intendo il sogno di chi pur pazzo vorrebbe avere la possibilità di una vita normale.
Attenti, sempre quel normale sui generis, perché chi tanto normale poi non lo è non credo possa mai essere “sereno” in una conformità esasperata fatta di cordialità forzata col vicino che ti parcheggia davanti al cancello di casa, di prato rasato, di litigi sottovoce perché sai, i vicini, e ciabatte allineate all’ingresso che manco in Giappone, no, intendo la normalità che chiunque di voi da per scontata, quella di rientrare e trovare qualcuno che ti aspetta, quella di aspettare qualcuno, quella di addormentarti insieme a qualcuno, quella di una cena fuori, quella di un week end, quella di un bacio in piazza perché proprio ti scappa. Quella di qualcuno che ti aspetta quando arrivi sfinito, quella del tifo che fai forte, più forte che puoi e che sai che è una fionda.
Pazzesco, da adolescente, io, quello con i capelli lunghi fino al culo, quello che la roba da vestire se la comprava che gli piaceva e dopo tre mesi la vedeva addosso anche agli altri, quello che quasi mai anticonformista per moda, quello che dopo quattro anni anche gli altri, ora sogna le “mille lire al mese”, ma senza mogliettina, o almeno non quella sempre tenera e carina, no, ho ben chiaro come: l’altra mia metà, fatta di pazzie e di sbalzi emotivi, ecco, quelli magari non proprio esageratamente grandi, fatta di lunghi di bici e lunghi di sonno, fatta di gare e di cene a rhum, fatta di lunghi di sesso, si, di sesso come piace a me, fatto bene, fatto di istinto e di attenzione, di voglia di fare star bene l’altra persona, leggendo cosa “ci” piace in quel momento. Fatta di “e se andassimo…” e si va. Fatta di liti furibonde e di discussioni pacate, fatta di non avevo capito e di tutto passato, fatta di ti sistemo la bici, di faccio una corsa mentre finisci li, fatta di “ho bisogno di un po’di solitudine” “ok, vado a farmi il Fauniera”
Quanto basta per essere felici? Tanto? Poco? Normale. Solo che ogni tanto ti si ricordi quanto bene si sta o quanto male si sta senza, tutto li, perché l’umanità (volevo scrivere l’uomo, ma poi sarebbe stato magari inteso come maschio) tende a perdere di vista il bello di quello che ha, non solo a darlo per scontato, ma davvero a non vederlo più.
È il senso del “pensiero felice” che fa  volare Peter Pan, una volta che ce l’hai non lo devi lasciare più.
Nessuno crederebbe mai cosa mi ha portato a scrivere questo post: una delle cose più meravigliose che possano capitare. Nessuna notte di fuoco e fiamme, di quelle che devi chiamare il falegname a far aggiustare letto, tavolo e magari pavimento, nessuna dichiarazione bomba a sorpresa di amore eterno e infinitamente grande. Niente, solo la più meravigliosa e semplicemente fantastica normalità degli altri.
Piermarco, lo stesso dell’ultimo Capodanno, mi ha fatto questo discorso. Ha trovato un’inaspettata stella, sono perfetti insieme, lei  bella e dolce e insieme sono teneri come due adolescenti, solo di quasi cinquant’anni, mi dice di quanto bello è finalmente, che l’ha aspettato tutta la vita.
Mi manca.
La ruggine che consumerà l’ironman che è in me.

Uhm…



10 commenti:

  1. quasi mi spiace "sporcare" un post così bello.
    sono contenta per piermarco, perchè trovare inaspettate stelle non è mai così semplice.

    RispondiElimina
  2. Post MERAVIGLIOSO.
    Ti abbraccio, augurandoti che presto quella di Piermarco diventi anche la tua normalità... (Magari, ecco, con un'altra donna...)
    Ti abbraccio.

    RispondiElimina
  3. @poison: culo, come per i qudrifogli.
    @PRxT: beh, direi che quella, essendo già di Piermarco, è da escludersi a priori. tuttavia "longo è lo cammino ma grande è la meta" indi per cui, apriamo il casting ;)
    anonimochenonèanonimomaèRED

    RispondiElimina
  4. Ahhhhhhh, se non fossi così schifosamente innamorata.... :-)

    Lei gli disse 'che il viaggio sia buono'....

    RispondiElimina
  5. @red: sai che lo volevo scrivere? c'è chi trova le stelle e chi i quadrifogli. solo che, a conti fatti, i quadrifogli servono a gran poco! :)

    RispondiElimina
  6. @prxt: ma era una donna ROSSA, non un uomo RED...che si incontrava con un FANTE!

    RispondiElimina
  7. @2: un fante rosso... porta bene, poi nelle carte napoletane il fante è inteso come "donna"
    comunque red si incontra con i fanti solo per la guerra o per la baldoria, per il resto preferisce le Q.
    @PRxT: di già? eppure ci conosciamo appena ;)
    il viaggio è sempre buono quando la stella è quella giusta. non puoi perdere la rotta.
    @poison: le stelle stanno li, sono di tutti, non le puoi cogliere, puoi fingere siano tue ma non le puoi avere, i quadrifogli si e portano pure fortuna, e di questi tempi ne serve davvero parecchia.
    sempreanonimochenonèanonimomaèRED

    RispondiElimina
  8. @red: io solitamente li regalo (i quadrifogli, non le stelle).

    RispondiElimina
  9. @poisom: ma non vale. o meglio, portano bene a chi li trova o a chi li appiccica sulle macchine. che ricordiamo che Sivocci, il primo che li dipinse sulle Alfa da competizione, è morto l'unica volta che non aveva fatto in tempo a dipingerlo sulla carrozzeria della sua alfa rossa nuova fiammante.
    sempreanonimochenonèanonimomaèRED

    RispondiElimina
  10. @red: e invece vale. vale tutto. ;)
    uichipediati un po':
    "A causa della sua rarità, in molte culture si ritiene che trovare o ricevere in dono dei quadrifogli sia di buon auspicio"

    RispondiElimina