Questo sarà un post noioso, nonostante vada a cercare di renderlo il più interessante possibile conosco già il risultato.
Mi piacciono le autocelebrazioni, sono sintomo di autostima e soddisfazione per un risultato raggiunto, sono espressione di gioia. Mi piacciono, ma non fatte da me. Di mio preferisco godermi il reale valore di quanto ottenuto, cercando di darne il reale peso in oro.
Ieri, come ormai sanno tutti quelli che frequentano queste pagine, ho fatto una gara.
Sono perfettamente consapevole del fatto che alla lunga stufa sentire sempre e lsolo parlare di certi argomenti, di dubbio interesse peraltro, ma io poi non credo ne parlerò più.
Una fredda analisi sul fenomeno? Si. le più interessanti sono sempre così.
Cosa porta duemilacinquecento persone a pagare una notevole cifra, allinearsi un bel mattino d’estate su una spiaggia sassosa del sud della francia, e al suono di una tromba entrare in acqua per cercare di percorrere a nuoto una notevole distanza tra pugni e calci, per poi correre a prendere una bicicletta, percorrere una notevolissima distanza fatta di colli da oltre millecento metri di dislivello, posare la bicicletta e al sole delle 14 circa, correre una maratona?
Ma naturalmente il premio!
Ah, no, poi c’è ancora uno zainetto.
Eh?! Anzi, a dire la verità quella rossa è in regalo personale di mia sorella.
Ecco che cosa porta un manipolo di squilibrati e di squilibrate, perché, donne, non crediatevi immuni da questa cosa, a mettersi in condizioni fisiche disastrose dopo allenamenti estenuanti e spese folli in attrezzatura costosissima.
Si, è esattamente per il premio, e grazie a questa esperienze, oltre che a un ustione ai piedi, ma quella è marginale, ho vinto un camion di felicità, perché poi, tutto sommato, quello che conta è condividere le cose con chi ami. Ho vinto amici che mi hanno fatto imbocca al lupo sinceri nonostante qualche incomprensione, ho vinto persone innamorate dell’impresa, che per inciso non è quel granchè (se avete un giorno intero da dedicare a voi stessi, potete cominciare a prepararvi) ho vinto i pregiudizi verso chi ritenevo una dei tanti e perché no, anche un po’antipatica, soltanto parlandoci assieme. Ho vinto la “mia” città tirata a lustro, piena di gente, con i progetti del recupero delle piazze finalmente finiti, ho vinto una conferma, la mia biondanonvedente, ho vinto la commozione per un amico con un sogno infranto che meritava di realizzare molto più di me e ho vinto una certezza dal sapore unico, la più meravigliosa delle certezze.
Pochi o nessuno di voi potrà mai immaginare la gioia che ho provato in questo finesettimana, parlo della gioia inarrivabile di un momento da fermare nel tempo, quelli che vorresti congelati nel ghiaccio come il disco volante de l’Era Glaciale e che vorresti poter trasformare nella quotidianità.
Grazie a tutti, a chi legge e a chi no. Ho avuto tutti nel cuore, ed è per questo che sono andato così piano, pesate parecchio.