Paolo Rossi (non Pablito, parlo del cabarettista, attore, istrione, qualcuno direbbe comunista, ecc), qualche anno fa cantava “ho fatto un sogno, un sogno all’incontrario”, come il treno dei pensieri di Celentano.
Noi red siamo tanti, chi con mente eccelsa e chi in rincorsa come me.
Insomma come lui anche io ho fatto un sogno. Venerdì notte. Non avevo nemmeno mangiato pesante per cui lo stomaco non è causa attiva, forse l’acido lattico è arrivato al cervello, forse l’ipossia mi ha bruciato cellule cerebrali, fatto sta che ho sognato di dormire.
Non male eh?! Dico, le condizioni in cui sono. Ecco, per questo alla frase lo sport è salute ho sempre alzato perplesso un sopracciglio con aria estremamente dubbiosa. Rischia di ridurre così. Vero che io parto da una base mica da ridere.
Comunque, ho sognato di dormire, o meglio di non dormire. Ho sognato l’ultima notte insonne.
Potere della suggestione? Può darsi. Intanto io ho fatto questo dolce sogno. Vita vissuta, quindi ha un sapore ancora diverso e proprio per questo è un sogno all’incontrartio.
Non sono bravo con le parole, io metto delle lettere in fila una all’altra in ordine (a volte nemmeno corretto) per cui non pretendo di dirne come chi è proprio bravo. Ma per fortuna c’è chi ha detto di questa notte (che) ancora vola (e non è la Cuccarini )
E ora c’è in archivio un altro insieme di versi che individuano un pezzo di vita e che fanno tanto male quando suonano.
Ma si può sognare una notte? Si può sognare di dormire, o di non dormire?
Numeri please….