Ho letto una volta da qualche parte che i pensieri fatti da sdraiati sono sempre più drastici, insomma, peggiori di quelli fatti in posizione eretta.
Io sono sempre stato caldo sostenitore della tesi per cui a letto si va per fare sesso e per dormire, e ci si dovrebbe rimanere il tempo strettamente necessario per espletare tali piacevoli attività (o inattività nel caso del sonno), anche perché si rischia davvero di essere vittima dei maledetti pensieri orizzontali.
Non saprei dare una spiegazione a questa cosa, sta tuttavia di fatto che è così. Empiricamente sperimentato e suffragato da una breve ma scrupolosa indagine negli ambienti che frequento.
Certo, lo sportivo, almeno, quello che ero fino a qualche tempo fa, non ha tempo per pensieri orizzontali: è evidente che se non è a letto per fare all’amore, nel momento in cui tocca una superficie orizzontale un po’meno scomoda che non un letto da fachiro crolla seduta stante in un profondo sonno fino all’ora della sveglia, la quale si colloca sempre troppo presto, ma in altri “ambienti”, dopo una prima superficiale e ironica incredulità, vengo poi confortato, anche a distanza di tempo, per carità, non è mai troppo tardi per ravvedersi, da chi ha a sua volta “fatto caso” alla mia analisi e non può che condividerla.
A proposito di condivisione, non posso a questo punto fare a meno di pubblicare il risultato di questa faticosa ricerca in più vasta scala.
Attenzione eh, qui si tratta di alta filosofia:
I pensieri hanno una loro densità, diciamo un loro peso, quelli positivi, molto leggeri ed evanescenti, un po’come l’elio, l’aria tiepida della primavera, le bollicine dello champagne, il profumo della pelle della persona che amiamo, quelli negativi, molto più pesanti dell’aria, tendono ad andare verso il basso, di qui “levarsi un peso”, per cui, da sdraiati, per i pensieri positivi, anche da sdraiati, non cambia nulla, tendendo loro per loro natura ad andare verso l’alto, hanno comunque strada libera e possono fluttuare nell’aria indipendentemente dalla nostra posizione, quelli negativi, viceversa, più pesanti, non possono cadere a terra ed essere presi a calci e quindi scardinati, smembrati, calpestati e ridotti a non poter più nuocere, ma stagnano sul cuscino, e la nostra testa, come una spugna non riesce a liberarsene, rimanendo li a marinare all’interno di quell’insana atmosfera.
Ricordo una volta un amico a cui parlai di questa mia teoria, mi prese in giro per giorni. Naturalmente mi aspetto commenti di tutt’altro genere da lettori attenti, sofisticati, sensibili e intelligenti come voi siete, anche se so già come andrà a finire.